foto di Dario Stelitano |
Elezioni Cnsu 2013 Studenti Indipendenti
giovedì 13 dicembre 2012
TRASPARENZA, ELEZIONI e FINANZIAMENTI ALLE ASSOCIAZIONI: PRENDIAMO UNA POSIZIONE!
All’attenzione del senato accademico.
Al magnifico Rettore
Agli studenti dell'Unical
Oggetto: questione trasparenza e regolarità della fase elettorale
Le elezioni universitarie, svoltesi all'Unical, hanno palesato
ulteriormente le logiche clientelari che caratterizzano la vita politica
del nostro ateneo.
La campagna elettorale ci ha messo di fronte alle solite scene di
mercificazione del voto, attraverso false promesse che riguardavano
eventuali rimborsi delle tasse universitarie, agevolazioni
nell'assegnazione degli alloggi, rimborso spese erasmus e corsi di
lingue per studenti stranieri. Il senso del voto è stato così svuotato
di ogni contenuto politico ed etico facendo leva sulla scarsa attenzione
e sull'ingenuità dell'elettorato studentesco. Il voto consapevole è
stato un lusso per pochi, liste interminabili di possibili votanti,
telefonate davanti ai seggi, cortesi accompagnatori che fornivano
all'interno dei seggi i vari “santini”, silenzio elettorale inosservato e
violato da volantinaggi e affissioni hanno caratterizzato gli ultimi
giorni di campagna elettorale rendendo il ponte Bucci un grande mercato
del pesce dove poter acquistare il diritto/dovere al voto. Abbiamo
assistito alla violazione della nostra privacy e di tanti altri studenti
attraverso “sms elettorali”, e abbiamo denunciato il tutto al rettore e
al Garante della privacy. Il Rettore ha risposto alle nostre
segnalazioni dicendo che avrebbe avviato un'indagine per verificare le
nostre ipotesi relative alla possibile violazione del sistema
informatico dell'Unical. Sono ormai trascorse alcune settimane e non
abbiamo ancora ricevuto nessun riscontro riguardo a tutto ciò, a tal
proposito, chiediamo delucidazioni in merito. La questione degli sms
elettorali solleva un altro problema, il finanziamento della campagna
elettorale, a prima vista le varie liste hanno investito diverse
migliaia di euro per santini, gadgets e pacchetti di sms inviati da
call center, ma con quali fondi? Negli ultimi tre anni (fonte verbali
CDA del 04-06-2012, 24-06-2011 e 25-06-2010) le associazioni hanno
percepito fondi per migliaia di euro destinati ad attività per gli
studenti, le spese per la campagna elettorale sono state sostenute con
questi fondi? O le associazioni ricevono fondi esterni? E se ricevono
questi fondi che vengono generosamente offerti da privati per le
elezioni, siamo sicuri che questi non abbiano interessi sugli appalti e
le politiche dell’Università? Riteniamo opportuno che queste spese, sia
relative all'attività delle varie associazioni sia quelle della campagna
elettorale, siano rendicontate per una questione di trasparenza nei
confronti della popolazione studentesca. A tal proposito proponiamo che
il sistema di finanziamento alle associazioni venga rivisto, che i
progetti siano valutati in modo trasparente e attraverso criteri
oggettivi di valutazione da una commissione super partes. In merito alla
trasparenza crediamo che il lavoro del Senato e del CDA debba essere
reso pubblico e accessibile a tutti in tempi utili attraverso la
pubblicazione dei documenti all'ordine del giorno prima di ogni seduta,
chiediamo inoltre di affiancare ai verbali dei report pubblicati alla
fine di ogni seduta e una diretta streaming delle suddette attività
degli organi collegiali. La trasparenza nell’ateneo è fondamentale,
soprattutto perché si tratta di un laboratorio in cui costruire e
sperimentare processi virtuosi e alternativi di democrazia. Perché
questo è alla base della formazione di una coscienza critica e un modo
diverso di fare politica. Dopo le elezioni studentesche, una delle liste
che ha concorso a questa tornata elettorale, ha presentato un ricorso
chiedendo il riconteggio dei voti in un particolare seggio, il seggio
numero 13. A nostro parere l’unico problema relativo alla questione che
ha toccato uno dei componenti della commissione elettorale centrale e
alcuni componenti di un’altra lista in lizza alle elezioni universitarie
è sorto solo per la mancanza di trasparenza in merito ai verbali non
resi pubblici a tempo debito. Il ricorso, accettato, ha portato,
infatti, al riconteggio delle schede, ma non ha visto alcun verbale
pubblicato, ciò non toglie che determinate azioni siano lesive non solo
del modo di concepire le istituzioni, ma sono sintomo di una cultura
arrogante e prepotente, figlia di retaggi culturali mafiosi. Non ultimo
l’episodio che ha visto coinvolta la Prof.ssa Donatella Loprieno, membro
della commissione elettorale centrale, rientra il un’escalation di
avvenimenti che testimoniano questa tendenza.
Il laboratorio politico Ateneo Controverso ritiene opportuno ricevere
chiarimenti sulle varie questioni sopra citate in particolar modo
riguardo lo svolgimento della campagna elettorale, ai fondi alle
associazioni, di prendere posizione in merito all’assoluta mancanza di
trasparenza che non riguarda solo il periodo elettorale ma la vita
politica e amministrativa dell’Unical e di prendere provvedimenti tali
da non consentire determinate irregolarità durante la fase elettorale.
ATENEO CONTROVERSO
mercoledì 12 dicembre 2012
Partecipazione e democrazia: NO NOMINA DEL CDA!!!
All’attenzione del senato accademico.
Al magnifico Rettore
oggetto: avvio delle procedure per la nomina dei membri interni ed esterni C.D.A
Vista la convocazione per la prima seduta del Senato Accademico, in
data 14/12/2012, il laboratorio politico Ateneo Controverso ritiene
necessario esprimere un proprio parere, frutto di un percorso
assembleare svoltosi all’interno delle vecchie facoltà, come contributo
alla discussione, riguardo l’avvio delle procedure per la nomina dei
membri che comporranno il Consiglio d’Amministrazione.
Nel corso dell’ultimo anno abbiamo assistito ad un processo di
riforma dello statuto dell’università del tutto autoritario e asettico
rispetto alle istanze provenienti dal basso di cui il laboratorio
politico Ateneo Controverso si è fatto carico.
Nel periodo intercorso tra il mese di Dicembre e la chiusura dei
lavori della commissione statuto abbiamo chiesto in due occasioni di
poter prendere parte alla discussione riguardo al riassetto dell’Ateneo e
dei suoi organi a seguito della riforma Gelmini ( legge n°240/ 2010)
ma nonostante ciò non sono state prese in considerazione nè la domanda
di audizione presso la commissione, né i contenuti frutto di un percorso
assembleare. La nostra denuncia si fonda sul dissenso prodotto dalla
cristallizzazione dei poteri e della modalità di gestione autoritaria
dell’universitaria.
Fra le varie critiche poste rispetto alle modifiche dello statuto,
rientra quella inerente le modalità di selezione e quindi la
composizione del C.D.A.
In seguito alla riscrittura dello statuto emerge il fatto che i
soggetti interni all’università così come i due membri esterni debbano
essere nominati dal rettore su proposta del senato, a seguito della
promulgazione di un bando attraverso cui far pervenire curricula che
attestino comprovate competenze di gestione amministrativa e
manageriale dei singoli candidati .
Esprimiamo, così come abbiamo fatto nel corso dell’ultimo anno, il
nostro dissenso rispetto alla sopra citata modalità di selezione in
quanto espressione di una concezione aziendalistica e autoritaria
dell’università. Siamo convinti del fatto che la governabilità
dell’Ateneo non debba essere frutto di maggioranze precostituite dalla
nomina esclusiva del rettore ma di un processo dialettico che può
essere garantito solo dal bilanciamento dei poteri, principio su cui si
costituisce qualunque regime democratico. Seguendo questa modalità,
emergono una serie di contraddizioni politiche: se il rettore uscente
nominasse in modo del tutto arbitrario i membri che comporranno la
maggioranza in seno al consiglio di amministrazione, con l’elezione del
nuovo rettore , questi avrà un CDA espressione del mandato precedente
con tutte le problematiche che ne conseguono.
Al di là delle contraddizioni, siamo fermamente convinti che le
componenti all’interno degli organi collegiali non possano essere figlie
di una gestione autoritaria e di interesse dell’università ma debbano
essere diretta espressione di una consultazione elettorale. In virtù di
ciò abbiamo da addurre il contributo interpretativo della legge n° 240
datoci dalle sentenze di alcuni TAR tra cui quello ligure secondo cui
la nomina può avvenire successivamente a consultazione elettorale e non
per forza su base nominale del rettore o di altri organi interni
all’Ateneo. Procedendo per questa strada ci si tutela da quello che
potrebbe essere un vulnus democratico, ovvero il disquilibrio tra i
poteri. Se si attribuissero ulteriori poteri decisionali ad un soggetto(
il rettore) che già gode di un peso politico ampio, si finirebbe per
infrangere l’equilibrio dinamico insito tra le varie competenze interne
all’Università della Calabria con un conseguente slittamento che
ufficializzerebbe il passaggio da una politica democratica ad una
politica di tipo autoritario.
Inoltre se il C.D.A. dovesse comporsi secondo le modalità imposte dal
rettore e accettate supinamente dalla commissione statuto e dal vecchio
Senato Accademico si andrebbe a svilire il senso stesso degli organi
collegiali in quanto di collegiale non avrebbero più nulla poiché
espressione diretta della volontà di un singolo che potrebbe quindi
tranquillamente imporre il proprio volere senza dover rispondere ad
alcuno del suo operato e delle logiche che lo hanno prodotto.
L’elegibilità perciò diviene una necessità a tutela della democrazia
nonché un pretesto per costruire una dinamica di partecipazione attiva
della popolazione accademica rispetto alle scelte politiche
dell’università. Restituire dignità agli organi collegiali in quanto
tali diviene una responsabilità storica a cui non possiamo sottrarci.
Ripensare il ruolo dell’università significa anche trasformarla in un
laboratorio in cui poter praticare nuove forme di democrazia e di fare
politica attraverso processi virtuosi volti a garantire la
partecipazione dal basso alle decisioni che l’università dovrà assumere
da qui ai prossimi anni.
ATENEO CONTROVERSO
mercoledì 5 dicembre 2012
martedì 4 dicembre 2012
Festa dei limoni Vol.2
Perché bisogna saper perdere, ma anche saper vincere.
Su questo link trovate i risultati delle elezioni:
sabato 17 novembre 2012
BACIA ad occhi chiusi, VOTA ad occhi aperti! - Ateneo Controverso
BACIA ad occhi chiusi, VOTA ad occhi aperti! - Ateneo Controverso
Elezioni studentesche 2012
28 e 29 Novembre - Senato Accademico e CDA
Corto realizzato dal collettivo politico Ateneo Controverso.
Tra un pizzico di ironia e sarcasmo, si raccontano le storie di 4 studenti alle prese con disagi quotidiani che vivono ogni giorno frequentando la nostra università!
Cose per le quali Ateneo Controverso ha sempre lottato e denunciato non solo durante la campagna elettorale.
L'UNIVERSITA' è DI CHI LA VIVE!!
giovedì 8 novembre 2012
giovedì 25 ottobre 2012
L'anno accademico comincia sotto i migliori auspici:
+ TASSE - SERVIZI
e PRIVATIZZAZIONE DELLE RESIDENZE
La contestazione di Ateneo Controverso all'inaugurazione dell'anno accademico di ieri 24 ott. 2012
+ TASSE - SERVIZI
e PRIVATIZZAZIONE DELLE RESIDENZE
La contestazione di Ateneo Controverso all'inaugurazione dell'anno accademico di ieri 24 ott. 2012
giovedì 20 settembre 2012
IO NON MERITO L'AUMENTO - SETTEMBRE 2012
Nel corso degli ultimi anni abbiamo visto, spesso a causa dei provvedimenti di
austerity, un aumento delle tasse per quel che riguarda ogni aspetto della vita
quotidiana ed in particolare riguardo il mondo dei percorsi formativi. È dal
2008 che, a seguito della legge 240, i percorsi formativi hanno visto dimezzati i
finanziamenti, e il mondo dell’università ha dovuto correre ai ripari aumentando
la contribuzione studentesca in modo progressivo e allo stesso tempo tagliando
servizi e dequalificando la didattica. Oggi la situazione è notevolmente
peggiorata. Le tasse hanno continuato ad aumentare in modo sproporzionato e
progressivo fino ad arrivare con il governo Monti alla Spending Review, un
provvedimento che penalizza e criminalizza intere fette di popolazione
accademica etichettandole come voce di spesa all’interno di un contesto che
dovrebbe essere completamente estraneo alle logiche di mercato. L’aumento
della tassa sul diritto allo studio al 7,70% e l’aumento della tassa d’iscrizione
del 7,50% estesa a tutta la popolazione studentesca, è diretta emanazione di un
modo di concepire i percorsi della formazione in modo completamente distorto:
voce di spesa all’interno di un bilancio nazionale da mantenere in pari, e da
sacrificare di fronte al potere economico-finanziario delle banche. La logica è
sempre la stessa, ridurre la possibilità di accesso al mondo dei saperi per
continuare a perpetrare le logiche del Dio mercato nei cui confronti, a pagarne i
sacrifici, sono sempre le classi sociali più deboli.
Senza investimenti da parte dello stato sull’università, senza finanziamenti della
regione sul diritto allo studio, lo studente è quindi costretto a farsi carico
dell’intero costo del proprio percorso formativo.
La crisi ha aumentato i costi del diritto allo
studio mentre continuiamo a pagare il
fallimento di un intero sistema!!!
martedì 14 agosto 2012
E-state in discarica. La R.D.T. presenta il dispositivo calabrese per bruciare rifiuti senza produrre diossina.
Come ogni anno l'emergenza rifiuti si fa sempre più acuta durante l'estate quando ancora qualche turista ma, soprattutto, i numerosi emigrati che hanno lasciato questa terra per risolvere i loro problemi economici ed esistenziali, ritornano in Calabria.
La questione dei rifiuti, lo sappiamo bene, non viene affrontate con una visione olistica ma si guarda al rifiuto come ad una ricchezza per quei pochi che gestiscono le numerose discariche sparse sul territrio. Non esistono provvedimenti che manifestano una piena comprensione del problema, non si adottano strategie risolutive in senso pieno, si preferisce scavare una fossa, dopo che il paziente è morto, d'altra parte nulla si può fare se non sotterrarlo nella tomba.
La rete difesa del territorio "F. Nisticò", fin dalla sua nascita, ha chiesto la soppressione di un istituto inutile ossia il commissario all'emergenza rifiuti che, in ben quindici anni di attività, non ha ancora compreso, o per meglio dire non ha inteso farlo, che il vero problema dei rifiuti non il prodotto finale bensì tutta la catena che porta alla produzione della monnezza medesima. Ad ogni modo pare che in Calabria la storia sia talmente ciclica da permettere una facilissima previsione che, puntualmente, si tramuta in scottante realtà. Ecco, quindi, formulato l'ennesimo piano emergenziale per affrontare, in estate, il problema dei rifiuti. Il commissario prevede di rendere quasi tutte le discariche calabresi, totalmente funzionali! Possono brindare i gestori, privati, delle diascariche: per loro la crisi del lavoro non si avverte.
Lo scorso tre luglio la R.D.T. si recava in presidio, presso la sede del commissario, a Catanzaro dove lo stesso aveva convocato i sindaci dello jonio cosentino per discutere della questione rifiuti. In tale occasione il commissario Speranza si dichiarava pronto ad ascoltare e valutare le fattive proposte delal R.D.T. in merito alla risoluzione della questione rifiuti. Questo momento la R.D.T. lo sta ancora asepttando, si perchè, è bene sottolinearlo, le attiviste e gli attivisti non sono il popolo del No ma sono in grado di proporre reali alternative e proposte, ovviamente occorre ascoltarle ma innanzia a una mancanza di democrazia nella gestione del ciclo dei rifiuti, innanzi ad un muro di gomma che fa rimbalzare come malefica eco, la voce del cambiamento, innanzi ad una situazione che non permette la partecipazione, la condivisione, la democrazia non resta altra strada se non quella di manifestare il nostro dissenso scendendo ancora una volta nelle piazze, nelle strade, lottando con tutta la nostra passione e levando le nostre voci unite a quelle del popolo calabro. Ora basta! Continueremmo a ribadire che delle nostre vite decidiamo noi! Saremo quindi in presidio presso tutte le discariche calabresi nella notte fra il 15 e il 16 Agosto, e in onore della non meglio specificato dispositivo tedesco che, secondo Speranza, brucerebbe i rifiuti senza generare diossina, proporremmo in occasione dei presidi, il nostro dispositivo per bruciare senza produrre diossina: ossia una bella grigliata di mezza estate!
La R.D.T. attende il popolo calabro presso tutte le discariche per brindare, ballare, suonare e grigliare alla nostra salute presso i cancelli delle migliori discariche calabresi! Appuntamento da non perdere alle ore 1.00 del 16 agosto presso le discariche calabresi.
La questione dei rifiuti, lo sappiamo bene, non viene affrontate con una visione olistica ma si guarda al rifiuto come ad una ricchezza per quei pochi che gestiscono le numerose discariche sparse sul territrio. Non esistono provvedimenti che manifestano una piena comprensione del problema, non si adottano strategie risolutive in senso pieno, si preferisce scavare una fossa, dopo che il paziente è morto, d'altra parte nulla si può fare se non sotterrarlo nella tomba.
La rete difesa del territorio "F. Nisticò", fin dalla sua nascita, ha chiesto la soppressione di un istituto inutile ossia il commissario all'emergenza rifiuti che, in ben quindici anni di attività, non ha ancora compreso, o per meglio dire non ha inteso farlo, che il vero problema dei rifiuti non il prodotto finale bensì tutta la catena che porta alla produzione della monnezza medesima. Ad ogni modo pare che in Calabria la storia sia talmente ciclica da permettere una facilissima previsione che, puntualmente, si tramuta in scottante realtà. Ecco, quindi, formulato l'ennesimo piano emergenziale per affrontare, in estate, il problema dei rifiuti. Il commissario prevede di rendere quasi tutte le discariche calabresi, totalmente funzionali! Possono brindare i gestori, privati, delle diascariche: per loro la crisi del lavoro non si avverte.
Lo scorso tre luglio la R.D.T. si recava in presidio, presso la sede del commissario, a Catanzaro dove lo stesso aveva convocato i sindaci dello jonio cosentino per discutere della questione rifiuti. In tale occasione il commissario Speranza si dichiarava pronto ad ascoltare e valutare le fattive proposte delal R.D.T. in merito alla risoluzione della questione rifiuti. Questo momento la R.D.T. lo sta ancora asepttando, si perchè, è bene sottolinearlo, le attiviste e gli attivisti non sono il popolo del No ma sono in grado di proporre reali alternative e proposte, ovviamente occorre ascoltarle ma innanzia a una mancanza di democrazia nella gestione del ciclo dei rifiuti, innanzi ad un muro di gomma che fa rimbalzare come malefica eco, la voce del cambiamento, innanzi ad una situazione che non permette la partecipazione, la condivisione, la democrazia non resta altra strada se non quella di manifestare il nostro dissenso scendendo ancora una volta nelle piazze, nelle strade, lottando con tutta la nostra passione e levando le nostre voci unite a quelle del popolo calabro. Ora basta! Continueremmo a ribadire che delle nostre vite decidiamo noi! Saremo quindi in presidio presso tutte le discariche calabresi nella notte fra il 15 e il 16 Agosto, e in onore della non meglio specificato dispositivo tedesco che, secondo Speranza, brucerebbe i rifiuti senza generare diossina, proporremmo in occasione dei presidi, il nostro dispositivo per bruciare senza produrre diossina: ossia una bella grigliata di mezza estate!
La R.D.T. attende il popolo calabro presso tutte le discariche per brindare, ballare, suonare e grigliare alla nostra salute presso i cancelli delle migliori discariche calabresi! Appuntamento da non perdere alle ore 1.00 del 16 agosto presso le discariche calabresi.
Rete in Difesa del Territorio - "Franco Nisticò"
mercoledì 20 giugno 2012
SIT-IN SOTTO IL RETTORATO
IL 22 GIUGNO ALLE 9:00
Gli ultimi dodici anni della vita dell’ateneo sono
stati caratterizzati da un centralismo che, a nostro avviso, ha poco a che fare
con la gestione della cosa pubblica. Materialmente ci siamo sempre battuti e
scontrati con la gestione dell’università come azienda, propugnata da 20 anni
di riforme e da 12 anni di amministrazione Latorre, che attraverso un operare
antidemocratico, ha dato un esempio pratico di come sia brutale e del tutto
antitetica rispetto a quello che è lo scopo originario dell’università
all’interno della società. L’università per sua natura persegue degli obiettivi
che sono diversi rispetto alle finalità di questo sistema di produzione basato
sul profitto. Noi abbiamo sempre creduto nel valore del sapere fine a se
stesso, nell’università come bene comune slegata dalle logiche di mercato;
crediamo semmai in una università che riesca a formare persone capaci di agire
nella realtà territoriale, e non supine ed acquiescenti rispetto alla
quotidianità politica e sociale del nostro paese e della nostra terra.
L’università della Calabria, in particolare negli ultimi anni non ha fatto che
rispecchiare completamente le logiche malsane che contraddistinguono la vita
politica e sociale della nostra regione, in particolare la cristallizzazione
dei poteri e la chiusura totale rispetto alla partecipazione dal basso.
Durante l’ultimo anno, tutta la comunità accademica ha dovuto subire
passivamente il processo di riorganizzazione imposto dalla riforma, non è stato
possibile in alcun ambito intraprendere una discussione che portasse ad un
percorso partecipato e condiviso, mentre la volontà del “Satrapo” ha prevalso
nonostante i malumori della base. “L’etàt c’est moi” avrebbe detto Luigi XIV,
ma era un’altra epoca.
La totalità della rappresentanza sia docente che studentesca è in
prorogatio da due anni, il magnifico in perfetta coerenza con il suo modus
operandi, invece di gestire semplicemente questa fase di passaggio in vista di
nuove elezioni, ha pensato bene di spendere il suo tempo per dare un “indirizzo
sulle scelte future” che riguardano l’ateneo in maniera del tutto illegittima e
arbitraria.
All'interno del CdA
il rettore ha inoltre proposto in maniera altrettanto arbitraria la cessione in
gestione di una parte delle residenze universitarie in mano a privati,
proponendo un accordo estremamente svantaggioso per la popolazione studentesca,
(in un momento di crisi economica avanzata nel nostro paese) e per l'università
stessa, nel momento in cui la gestione delle residenze a privati non solo non
migliorerebbe il servizio residenziale, ma soprattutto verrebbe a mancare
l'opportunità per l'università di rilanciare su una politica residenziale
virtuosa. C'è da dire ,inoltre, che le nuove residenze costruite
dall'università, che dovrebbero essere concesse in gestione a privati, sono
state edificate con l'intento di troncare qualunque rapporto fra l'università e
i privati rendendo le politiche abitative dell'università del tutto autonome
rispetto alle logiche di mercato. Lo
stesso CdA arbitrario e illegittimo è stato oggetto di dibattito, all'alba
della sentenza del Tar della liguria, che ha stabilito che la nomina di cui
parla la riforma non precluda la possibilità di una consultazione elettorale
riguardo i famosi cinque membri del listone del rettore!!!
Tutto ciò ovviamente va inserito nel
contesto di altrettante politiche autoritarie che fino ad ora hanno precluso
invece, la possibilità di un percorso partecipato di riorganizzazione
dell'università chiudendo le porte della commissione statuto così come di tutte
le decisioni importanti assunte dagli organi comuni dell'ateneo. Proprio in
virtù di questo ragionamento e visto il precedente del Tar della Liguria
rivendichiamo l'inizio di una fase di discussione ampia e partecipata di
modifica dello statuto, rivendicando l'elezione di tutti i membri del CdA, e di
scrittura partecipata di tutti i regolamenti dell'ateneo. L' Università è di
chi la vive, pertanto gli unici ad avere il diritto di decidere del nostro
futuro siamo solo ed esclusivamente noi!!! riappropriamoci degli spazi
decisionali, riappriopriamoci dell'ateneo!!!
PER QUESTO MOTIVO SCENDEREMO
IN SIT-IN SOTTO IL
RETTORATO
IL 22 GIUGNO ALLE 9:00
A FAR VALERE LE NOSTRE PROPOSTE E
RIVENDICAZIONI!!!!
mercoledì 30 maggio 2012
Negli interstizi di una costituzione sociale mai attuata, di un’uguaglianza sostanziale mai applicata, di un diritto all’istruzione mai garantito, di un diritto abitativo sempre negato si insinua e si alimenta la Mafia percepita come illusoria possibilità di un’emancipazione sociale, negata dallo stato. Erodere il potere della mafia vuol dire combattere la precarietà esistenziale garantendo i diritti negati!
Troppo spesso l’idea dell’antimafia si è appiattita su una declinazione giustizialista che inquadra il fenomeno mafioso come un semplice problema di ordine pubblico e non un complesso fenomeno sociale che si alimenta delle contraddizioni più generali di questa società.
Dove vivono i diritti muore la mafia, facciamo vivere la costituzione!
ANTIMAFIA SOCIALE, ANTIMAFIA DEI DIRITTI!
mercoledì 23 maggio 2012
Solidarietà al CSOA Cartella
L’attentato incendiario subito dal CSOA Cartella di Reggio Calabria rappresenta l’ennesimo sopruso che la popolazione reggina e calabrese è costretta a subire.
Il centro sociale della periferia nord reggina, infatti, non è soltanto un semplice edificio occupato dalla Sinistra “Antagonista”, bensì uno spazio di partecipazione e di condivisione, di pratiche e di idee, aperto e messo a servizio di tutta la popolazione.
Un luogo dove chiunque, senza alcun tipo di discriminazione, ha sempre potuto contribuire alla liberazione del nostro territorio, troppe volte stuprato e schiavizzato dalla Ndrangheta e dalle logiche di mercato.
Inoltre, in questi dieci anni di occupazione, il Cartella può vantare, tra i tanti servizi prestati, il forte contributo dato alla creazione di momenti di socialità partecipativa e libera dalle logiche del profitto.
Tutto ciò deve aver dato fastidio a chi, da sempre, tiene la nostra terra sotto scacco e la piega secondo i propri interessi economici e criminali. Le compagne e i compagni dello spazio sociale avvertirono questo rischio e, dopo più di un mese di piccoli sabotaggi e intimidazioni, lanciarono la campagna”IO STO CON IL CARTELLA” raccogliendo già migliaia di adesioni.
Questo deve aver convinto i “signorotti locali” ad alzare il tiro e ad armare la mano di chi, nel corso della storia, ha sempre assunto il ruolo di braccio armato dei poteri forti, a compiere tale atto.
Teniamo particolarmente a precisare l’importanza dello smascherare la vera natura dei fascisti, i quali cercano di mostrarsi come i difensori dell’ordine, della legalità e della giustizia sociale per poi prestarsi a vili atti divenendo effettivamente il braccio armato dei poteri forti.
Il miglior modo di praticare l’antifascismo e l’antimafia, è quello della mobilitazione e dell’applicare la liberazione come pratica quotidiana.
Perciò ci poniamo in modo critico nei confronti di tutti quei pezzi del movimento nella nostra regione che, nonostante si professino antifascisti, mantengono la loro opposizione all’estrema destra sul piano istituzionale rinunciando a qualsiasi forma di agitazione collettiva.
Pertanto noi studentesse e studenti calabresi, esprimiamo piena solidarietà attiva e militante alle compagne e ai compagni del CSOA Cartella, assicurando il massimo impegno da mettere in campo in ogni iniziativa tesa a rivalutare lo spazio e a farlo rinascere dalle proprie ceneri.
Unione Degli Studenti Calabria
Laboratorio politico, Ateneo Controverso Unical
lunedì 16 aprile 2012
domenica 1 aprile 2012
lunedì 12 marzo 2012
lunedì 5 marzo 2012
La risposta di Ateneo Controverso all'editoriale di domenica scorsa di Eugenio Scalfari
Laboratorio
politico Ateneo Controverso
Università della Calabria
Nota: In risposta all'editoriale di Scalfari
Apparteniamo per nascita a quella generazione maledetta che, molto più rispetto ad altre, ha poche certezze e tantissimi dubbi. Siamo giovani oggi. Questa condizione, sebbene ci releghi ad un esistenza da “paria” e ci collochi - quasi fosse un ordine naturale ineluttabile – al di fuori da qualsiasi contesto lavorativo e spesso anche sociale, ci porta, quasi per contrasto, a detenere una grande forza, ovvero, la capacita di porre in continua discussione non solo i nostri stessi pensieri ma anche tutti i fattori interni a quella società che ci confina in una posizione di subalternità. Abbiamo la consapevolezza di non possedere alcuna verità assoluta anzi, che non esistano verità assolute. Ed è per questo che non accettiamo lezioni da parte di nessuno, non accettiamo paternali né pacche sulle spalle, tanto meno da coloro i quali hanno contribuito alla creazione di questa società malandata che affonda le sue radici nella speculazione sugli uomini e sulle risorse.
In terra nostra di Calabria la speculazione si è manifestata con tanti mostri: i poli siderurgici, la Pertusola, la Marlane, il fantomatico ponte sullo Stretto, che sembrano tradurre la vessazione continua di un territorio in realtà caratterizzato da una natura estranea a questo modello di sviluppo e da una Bellezza che ancora resiste. Ed è per questo che la Calabria, come tutti i territori, ha e pretende voce in capitolo anche in questa battaglia. Esiste un filo conduttore tra tutte le rivendicazioni territoriali, che attraversa da nord a sud la penisola e la unisce, sotto la convinzione che debbano essere i popoli a dover assumere le decisioni e le scelte riguardo il “giusto” delle loro esistenze, che nessuno può operare senza la loro legittimazione. Ed è in questo che la battaglia No-tav diventa fondamentale, e se vinceranno i territori della valle vinceremo tutti. Non esistono temi di serie A o di serie B, né temi di cui ci si può e deve interessare o meno. E non esiste nessuno in grado di dettare l’agenda politica e gli argomenti di dibattito di quelli che chiamate giovani. La Battaglia della valle chiama in causa tutti, tanto quanto il problema della 'ndrangheta. L'organizzazione criminale più potente del mondo non è confinata al territorio calabrese, ma ha aperto i suoi tentacoli su tutto il paese così come al di fuori di esso. La nostra generazione è capace di farsi carico di entrambe le questioni, dando la stessa attenzione, lo stesso impegno e la stessa intensità ma non può accettare che qualcuno decida quali siano i problemi di cui ci si debba occupare, gli argomenti su cui si ha il permesso di parlare. Noi abbiamo imparato a prendere parola per i nostri diritti, per la nostra terra, e la nostra terra non è solo la Calabria. Un nostro problema è la classe dirigente di questo paese, non solo della nostra regione. Una classe dirigente, obsoleta, incapace, corrotta e anche vecchia, per inciso della stessa generazione di Eugenio Scalfari. Non si può unire l’ animo degli Italiani celebrando i 150 anni dell’unità con grandi feste e parate, noi riusciamo ad unirci attraverso le lotte giuste e legittime anche a distanza di 1500km. Viviamo in una terra splendida e martoriata, non ci riesce difficile immedesimarci in chi con tutte le sue forze prova a difendere un pezzo del suo cuore che giorno dopo giorno viene distrutto.
Una nostra speranza è quella di vincere quelle battaglie che racchiudono in sé il germe del cambiamento, il seme di un modo nuovo di pensare e fare politica, di un fare e intendere la società. Il nostro obiettivo è prenderci il nostro spazio, magari al prezzo di abbattere qualche dinosauro.
Una nostra speranza è quella di vincere quelle battaglie che racchiudono in sé il germe del cambiamento, il seme di un modo nuovo di pensare e fare politica, di un fare e intendere la società. Il nostro obiettivo è prenderci il nostro spazio, magari al prezzo di abbattere qualche dinosauro.
Laboratorio politico Ateneo Controverso – università della
Calabria
La risposta della Rdt all'editoriale di domenica scorsa di Eugenio Scalfari
Caro
direttore , nel bel mezzo di una nostra riunione, leggiamo il suo
editoriale “una strana gioventù che odia la velocità” comparso su
Repubblica del 4 marzo. Ci colpiscono, in particolare, le sue
affermazioni riguardo gli studenti dell’Università della Calabria che si
sono mobilitati per esprimere la loro solidarietà alla battaglia del
popolo della Val Susa. Lei si chiede come mai , con tanti problemi che
vive la Calabria, gli studenti scelgano di urlare nelle piazze e nelle
strade della loro, terra: nota!
Leggendo
le sue parole tutti noi ci siamo guardati negli occhi, incrociando
anche gli sguardi di tanti giovani studenti universitari presenti
all’assemblea della Rete difesa del Territorio intitolata alla memoria
di Franco Nisticò, un militante deceduto, nel dicembre 2009, durante
una manifestazione no ponte.
Caro
direttore lei si chiede che senso ha la mobilitazione degli studenti
dell’Uni.Cal. rispetto alla apparentemente lontana lotta no tav, e per
quel motivo gli stessi non si attivino, invece , rispetto a questioni
molto più vicine ai loro territori. Ebbene siamo molto felici di
poterle rispondere che se oggi gli studenti calabresi, negli scorsi
giorni scesi in piazza a Cosenza come a Reggio Calabria, al fianco di
tanti ambientalisti, esponenti di realtà, collettivi centri sociali, per
dire no al treno ad alta velocità, lo hanno fatto consapevoli di
numerose questioni.
In
tutta la Calabria, pur non balzando quasi mai agli onori della cronaca,
c’è gente che quotidianamente lotta per la difesa dei propri territori,
cerca di creare dal basso forme di tutela della propria terra per
evitare che interessi privati, legati al profitto e non alla difesa e
alla valorizzazione dell’ecosistema, erodano terreni, costruiscano o
amplino inceneritori o centrali a carbone, non sfruttino risorse
energetiche alternative, continuino a invadere di cemento le città dove,
di contro, aumentano i numeri dei senza casa,. Ogni giorno ci sono
cittadini che operano contro le mafie non nascondendosi dietro una
generica bandiera dell’antimafia bensì costruendo, nel silenzio,
alternative reali anche se piccole per sottrarre manovalanza mafiosa,
soprattutto composta da giovani inoccupati, attraverso una socialità
altra e soprattutto cercando di incidere sulla cultura della delega, e
della raccomandazione che dalle nostre parti chiamiamo “pastetta” . Le
mafie a nostro avviso, sono tutte quelle forme si sopraffazione,
sfruttamento, imbarbarimento e disumanizzazione legate al dio denaro e
al potere…ebbene noi, ogni giorno lottiamo per operare un significativo
cambio di rotta di questa mentalità che poi non è affatto tipicamente
calabrese ma, possiamo dirlo con certezza, investe tutta la penisola.
Di
tutte queste piccole ma significative lotte, spesso non si trova
traccia sui giornali mainstream, fa notizia però che giovani studenti
universitari calabresi blocchino dei treni insieme a realtà di
movimento, ambientalisti, cittadini. Questo , forse, dimostra che ci
sono dei problemi di comunicazione e di informazione.
Quello
che realmente ha spinto alla solidarietà verso il popolo notav è la
consapevolezza che grandi infrastrutture come questa o anche il ponte
sullo stretto non faranno altro che gravare sulle tasche di tutti i
cittadini italiani e dei figli che ancora , magari devono venire senza
determinare però dei significativi benefici alla cittadinanza tutta.
Effettivamente i discorsi che sentiamo fare sullo sviluppo legato alla
tav ci ricordano tanto quei beceri comizi sullo sviluppo che avrebbero
portato in Calabria tanti e tanti posti di lavoro ma che invece, oggi
hanno determinato l’avvelenamento di intere citta: Crotone un esempio
per tutti.
Lottare
oggi al fianco del popolo notav significa lottare per il principio di
autodeterminazione dei popoli che dovrebbero aver garantita la
possibilità di scelta, rispetto ai territori che vivono. L’imposizione
del tunnel della TAV, attraverso l’attuazione di forme repressive di
contenimento delle volontà popolare, rappresenta una palese negazione
di tale principio.
Lottare oggi al fianco del popolo notav significa ribadire e
sottolineare che mentre si investono ingenti quantitativi di denaro per
infrastrutture simili, in zone come la Calabria non è possibile
spostarsi agevolmente. Gli ambientalisti, gli studenti i cittadini
calabresi intendono collegare la lotta notav a quella per la difesa del
territorio che comprende, senza dubbio, la mobilità territoriale, vero e
proprio diritto oggi sempre più negato alle popolazioni calabresi.
Vogliamo
ricordarle, direttore, che noi calabresi abbiamo assistito ad un
pauroso ridimensionamento della mobilità su rotaie, proprio in questi
ultimi anni. Tale ridimensionamento ha determinato perdita di posti di
lavoro , chiusura di numerose stazioni, isolamento di piccoli e medi
centri. Oggi per spostarsi in Calabria si è costretti ad utilizzare
mezzi propri su strade sempre più disastrate e malmesse.
Se
dunque a Reggio Calabria come nel più internato dei paesi della Sila si
può sentire l’urlo che risuona all’unisono notav, caro direttore non si
deve sorprendere. Se anche nella lontana calabria anche noi urliamo
Notav lo facciamo convinti del fatto che ci stiamo battendo per un
futuro sostenibile, per una reale democrazia, per una informazione non
univoca, per dare una speranza a questo paese alla nostra terra alle
nostre vite e a quelle dei nostri figli.
Abbiamo
letto il suo pezzo e concluso la nostra assemblea dove, guarda caso
parlavamo di quello che significa la lotta notav: una metafora
dell’Italia che resiste, ci spiace constare che lei e il suo giornale
non abbiano colto il senso di questa battaglia.
Ci auguriamo che almeno ci venga garantito il diritto di replica e la pluralità delle voci, propria di una democrazia.
Rete difesa del territorio “Franco Nisticò”
http://www.difendiamolacalabria.org/
mercoledì 29 febbraio 2012
lunedì 27 febbraio 2012
C.S. - NO TAV, RETE PER LA DIFESA DEL TERRITORIO “FRANCO NISTICÒ”: RESISTERE ALLA BRUTALITÀ
Stamani in Val Susa sono cominciati i
lavori di allargamento del non-cantiere Tav. Un'area vuota riempita di blindati
per difendere interessi di lobby e reprimere il dissenso che da quella Valle si
è esteso a tutta Italia.
Un pugno in faccia ad un attivista, la
mattanza alla stazione di Torino dopo la manifestazione di 60 mila persone che
sabato hanno detto NO a questo spreco di denaro pubblico, a questa limitazione
di democrazia, operazioni di repressione da un lato e provocazione dall'altro.
Il capo della polizia Manganelli, una
persona da 600mila euro l'anno, il morto è da giorni che lo invoca.
Oggi il gravissimo ferimento di Luca, che,
all'avanzare delle ruspe per resistere allo smantellamento della sua terra è
salito su un traliccio. È stato inseguito dai militari che invece di bloccare
tutto lo hanno spinto verso i fili dell'alta tensione.
Folgorato è caduto da 15 metri e adesso
dopo l'operazione è in coma farmacologico.
Noi il morto non lo vogliamo, di martiri
il movimento NoTav non ne ha proprio bisogno , e a Luca che dal Piemonte è
sceso a portare la solidarietà al movimento No Ponte dall'altra parte di Italia
siamo anche affezionati.
La Tav Torino Lione rappresenta bene il
dominio economico che ci ha portati al disastro. Opere inutili, costose, che
vanno ad arricchire solo i costruttori, in
cui le mafie trovano grandi opportunità di riciclaggio di denaro e che
deturpano in modo permanente i territori sia dal punto di vista ambientale che
sociale.
La Rete Difesa del Terrirorio
"Franco Nistico", è solidale con chi resiste, presente in Valle
nonostante la lontananza, perchè ben
comprende il tentativo di dominio e sfruttamento sulla natura e sull'esigenze
reali delle popolazioni, invita a scendere in piazza, nelle strade, nelle
stazioni, e manifestare la propria indignazione contro la brutalità della
repressione dello Stato e i piani di distruttivi di questo sodalizio
economico-finanziario, per il rispetto della dignità e vita degli abitanti di
ogni territorio.
La Valsusa, per noi, un sito di interesse
strategico popolare.
Ufficio
stampa
Rete
per la Difesa del Territorio “Franco Nisticò”
www.difendiamolacalabria.org
sabato 25 febbraio 2012
martedì 31 gennaio 2012
Per Ciccio Svelo e Bruno Arcuri
IL FORUM ITALIANO DEI MOVIMENTI PER L'ACQUA DEDICA IL PREMIO PERSONAGGIO AMBIENTE 2011 A BRUNO ARCURI E CICCIO SVELO COMPAGNI DEL COORDINAMENTO CALABRESE ACQUA PUBBLICA SCOMPARSI DURANTE LA CAMPAGNA REFERENDARIA
Assegnata
al Forum Italiano dei Movimenti per l'acqua la menzione speciale del
premio “Personaggio Ambiente 2011”. Di seguito la nota del Forum.
Il
Comitato Tecnico del premio Personaggio Ambiente 2011 ha assegnato oggi
una menzione speciale al Forum Italiano dei Movimenti per l'acqua “per
la spinta che ha portato allo straordinario successoper il referendum
sull’acqua pubblica svoltosi a giugno”.
Ringraziando il
Comitato Tecnico per il riconoscimento, il Forum Italiano dei movimenti
per l'acqua dedica il premio a tre compagni di strada scomparsi durante
la campagna referendaria: GiuseppeD'Emidio del Comitato Ambiente Amiata;
Bruno Arcuri e Ciccio Svelo del Coordinamento Calabrese Acqua Pubblica.
Nonostante
la straordinaria vittoria di giugno è in corso un vero e proprio
disconoscimento del voto referendario ignorato da gran parte dei mass
media. Per questo il Forum Italiano dei Movimentiper l'Acqua sta
lanciando,in tutta Italia, la campagna di obbedienza civile per il
rispetto del votoreferendario. Potremo esultare veramente solo quando i
referendum avranno trovato piena attuazione equando il servizio idrico
sarà davvero pubblico e partecipato.
lunedì 30 gennaio 2012
Ennesimo avvertimento mafioso ai danni di Gianni Lannes
Il 10 febbraio del 2010 Ateneo Controverso, Udu Cosenza e Filol.8 Azioni Manifeste organizzarono la presentazione del libro "Nato: colpito e affondato", di Gianni Lannes.
Questo è il link sul nostro blog che presentava quella giornata:
Gianni Lannes è un giornalista d'inchiesta, che ha lavorato sia in Italia che all'estero, si è occupato di
inchieste riguardanti traffico d'armi (inchiesta su Ilaria Alpi e Miran
Hrovatin), di esseri umani, di rifiuti tossici e scorie radioattive, di ecomafie.
Quella giornata fu particolare per tutti noi. Vedere Lannes accompagnato dalla scorta, per quanto fossimo stati ovviamente avvertiti per tempo, fu molto particolare. Mette sempre un minimo d'ansia vedere gente armata in un'aula universitaria. Soprattutto quando non si è abituati. Nel corso della presentazione del libro, spiegò anche la motivazione per cui aveva una scorta assegnata. Trovate tutte le informazioni sui link che riporteremo di seguito. Basti sapere che il 22 agosto 2011 la scorta gli viene revocata e le conseguenze si sono viste subito.
A distanza di due anni, dal giorno in cui presentammo il suo libro, Gianni Lannes riceve un altro avvertimento mafioso. Odioso ancor di più nel metodo, semmai fosse possibile vedere più nero del nero. Recapitato sul seggiolino per il bimbo, nell'auto della moglie.
Il nostro collettivo si associa ai messaggi di solidarietà che da tutta Italia, in queste ore, si stanno susseguendo. E invitiamo Lannes a far sentire nuovamente la sua voce nella nostra terra quando lo riterrà necessario.
Ateneo Controverso - Unical
sabato 28 gennaio 2012
La lotta No Tav è una lotta di tutti
Liber* tutt*
Libero Giuseppe Tiano
Sabato 28 gennaio presidio a Cosenza ore 17 Piazza XI settembre
L’operazione repressiva scattata contro gli attivisti No Tav
conferma che il sistema ha paura e l’unica arma che conosce è quella
repressiva. Un sistema che cerca di delegittimare un grande movimento
popolare accreditando l’ipotesi che non tutti i partecipanti alla
imponente manifestazione del 3 luglio scorso fossero valligiani, ma solo
criminali scesi in Valle per creare disordini.
Ma la
lotta contro la Tav è una lotta che investe tutt*, anche quelli che
devono ancora nascere. Oltre ai danni ambientali e sociali i costi della
Tav stanno indebitando le generazioni future per arricchire le solite
lobby finanziarie. Siamo tutti No Tav. Anche in Calabria, anche a Cosenza dove ieri un nostro compagno, Giuseppe Tiano,
è stato perquisito e portato in questura. Giuseppe si caratterizza per
il suo intenso impegno su mille fronti. È un generoso, ed è per questo
motivo che si è spinto fino in Val di Susa, per portare la solidarietà
sua e nostra ad un’altra comunità, quella di una Valle in lotta per
evitare la devastazione del proprio territorio in favore degli interessi
dei soliti noti.
In questo, la Val di Susa e la Calabria sono molto più vicine di quanto si possa credere.
Speriamo
che Giuseppe sia scagionato al più presto dalle ridicole accuse di cui è
oggetto, e ci auguriamo anzi che il suo coinvolgimento in questa
vicenda non rappresenti il preludio a negative e gravi sorprese
nell’appuntamento del 23 febbraio prossimo, dove a Roma la Cassazione
sarà chiamata a chiudere definitivamente la farsa del c.d. processo “No
global”, milioni di euro gettati a mare in un altro goffo tentativo di
criminalizzazione del movimento.
La nostra
solidarietà va a Giuseppe, a tutti gli arrestati, al movimento No Tav,
agli abitanti della Val di Susa e a tutti coloro i quali si rifiutano di
abbassare la testa e continuano a lottare per la democrazia e la
giustizia sociale.
In quei boschi c’eravamo tutti!
Coordinamento Liber* tutt*
Rete per la Difesa del Territorio “Franco Nisticò”
Coordinamento calabrese Acqua pubblica “Bruno Arcuri”
C.i.b. Unicobas Calabria
Ateneo libertario Cosenza
Rete per la Difesa del Territorio “Franco Nisticò”
Coordinamento calabrese Acqua pubblica “Bruno Arcuri”
C.i.b. Unicobas Calabria
Ateneo libertario Cosenza
venerdì 27 gennaio 2012
lunedì 23 gennaio 2012
lunedì 16 gennaio 2012
TUA LAUREA AD HONOREM EST NOSTRAE LAUREAS AD PARETEM SUNT
Cari colleghe/i,
siete pronti alla diretta streaming di oggi? Come ben sappiamo, nel nuovo Auditorium Unical, ci prepariamo a fare il botto. Oggi l'Unical presenta “l'evento-vetrina” che inaugura l'apertura del 40° anno accedemico, oppresso e aggravato da vecchi e nuovi problemi. Per questo grande evento, a porte chiuse, Latorre e Perrelli hanno pensato di alzare lo share dell'Università della Calabria invitando Roberto Benigni.
Da quando è stato inaugurato il nuovo gioiello dell'università, ancora tante cose restano oscure come ad esempio i 12 milioni di euro, spesi dall'università e l'affidamento della gestione delle attività teatrali a privati. La gestione di questi finanziamenti, che potevano servire per migliorare l'offerta didattica e il diritto allo studio, ci ha nuovamente dato prova del fatto che all'università degli studenti non importa granchè, dal momento che il costo di accesso agli spettacoli è superiore alle possibilità di qualsiasi studente iscritto. Lo spettacolo di oggi è diverso, è gratuito, però noi studenti non possiamo entrare. Il metodo di selezione per partecipare all'evento è stato infatti un fantastico esempio di darwinismo sociale in cui il più svelto “democraticamente” si guadagna un posto per vedere in streaming l'evento mentre l'auditorium è riservato alle personalità istituzionali della nostra bella terra. E così, cari colleghi, come sempre l'inaugurazione del a.a. si presenta come una bella vetrina fatta dal Rettore per i mezzi d'informazione e per aumentare il prestigio apparente di una Università che in realtà cade a pezzi.
La questione cari colleghi non è tanto se l'inaugurazione dell'anno accademico è fruibile a tutta la popolazione studentesca o meno, se lo show di Benigni lo vediamo dal vivo o in streaming. Il prestigio dell'università non si misura in base ad un evento con un “grande” ospite ma dal grande ruolo e compito che questa dovrebbe svolgere all'interno di una società e di una terra martoriata da tanti mali. Bene se c'è qualcosa per cui fare il botto non è lo spettacolo di Benigni ma le continue vessazioni nei confronti di una popolozione studentesca che vede quotidianamente sottrarsi i propri diritti e vive la dequalificazione continua dei suoi percorsi formativi a tutti i livelli. E questo viene riperpetrato attraverso i tagli all'università, alle borse di studio, all'attività didattica e di ricerca. Non è possibile che ad oggi non esiste ancora un efficiente sistema che garantisca a tutti la possibilità di accedere ad un percorso formativo di grado superiore e di qualità.
Se ci dobbiamo indignare è perchè questa università non è capace di garantire una vera didattica di qualità. Continuiamo a vivere la nostra formazione in un' università che non produce ricerca da troppi anni, e che non è nemmeno capace di garantire aulee studio, un buon servizio delle biblioteche a tutta la popolazione accademica perchè troppo impegnata a difendere clientele e baronie. Un università così strutturata non dequalifica solo la didattica, ma perde di vista l'obbiettivo di essere strumento di riscatto ed emancipazione sociale. Infatti l'università di oggi risponde pienamente ai canoni di un vero e proprio parcheggio sociale che ci prepara e ci insegna solo a vivere in una condizione di precarietà esistenziale oltre che lavorativa. Speriamo che la laurea honoris causa possa servire a benigni perchè la nostra laurea ci servirà a poco in un mondo del lavoro e sociale troppo precario e chiuso. Non ci interessa partecipare alla festa, ma ci sentiamo in dovere di lottare per un'università nuova che difenda il sapere come interesse sociale, luogo nel quale matura la coscienza critica di un popolo.
siete pronti alla diretta streaming di oggi? Come ben sappiamo, nel nuovo Auditorium Unical, ci prepariamo a fare il botto. Oggi l'Unical presenta “l'evento-vetrina” che inaugura l'apertura del 40° anno accedemico, oppresso e aggravato da vecchi e nuovi problemi. Per questo grande evento, a porte chiuse, Latorre e Perrelli hanno pensato di alzare lo share dell'Università della Calabria invitando Roberto Benigni.
Da quando è stato inaugurato il nuovo gioiello dell'università, ancora tante cose restano oscure come ad esempio i 12 milioni di euro, spesi dall'università e l'affidamento della gestione delle attività teatrali a privati. La gestione di questi finanziamenti, che potevano servire per migliorare l'offerta didattica e il diritto allo studio, ci ha nuovamente dato prova del fatto che all'università degli studenti non importa granchè, dal momento che il costo di accesso agli spettacoli è superiore alle possibilità di qualsiasi studente iscritto. Lo spettacolo di oggi è diverso, è gratuito, però noi studenti non possiamo entrare. Il metodo di selezione per partecipare all'evento è stato infatti un fantastico esempio di darwinismo sociale in cui il più svelto “democraticamente” si guadagna un posto per vedere in streaming l'evento mentre l'auditorium è riservato alle personalità istituzionali della nostra bella terra. E così, cari colleghi, come sempre l'inaugurazione del a.a. si presenta come una bella vetrina fatta dal Rettore per i mezzi d'informazione e per aumentare il prestigio apparente di una Università che in realtà cade a pezzi.
La questione cari colleghi non è tanto se l'inaugurazione dell'anno accademico è fruibile a tutta la popolazione studentesca o meno, se lo show di Benigni lo vediamo dal vivo o in streaming. Il prestigio dell'università non si misura in base ad un evento con un “grande” ospite ma dal grande ruolo e compito che questa dovrebbe svolgere all'interno di una società e di una terra martoriata da tanti mali. Bene se c'è qualcosa per cui fare il botto non è lo spettacolo di Benigni ma le continue vessazioni nei confronti di una popolozione studentesca che vede quotidianamente sottrarsi i propri diritti e vive la dequalificazione continua dei suoi percorsi formativi a tutti i livelli. E questo viene riperpetrato attraverso i tagli all'università, alle borse di studio, all'attività didattica e di ricerca. Non è possibile che ad oggi non esiste ancora un efficiente sistema che garantisca a tutti la possibilità di accedere ad un percorso formativo di grado superiore e di qualità.
Se ci dobbiamo indignare è perchè questa università non è capace di garantire una vera didattica di qualità. Continuiamo a vivere la nostra formazione in un' università che non produce ricerca da troppi anni, e che non è nemmeno capace di garantire aulee studio, un buon servizio delle biblioteche a tutta la popolazione accademica perchè troppo impegnata a difendere clientele e baronie. Un università così strutturata non dequalifica solo la didattica, ma perde di vista l'obbiettivo di essere strumento di riscatto ed emancipazione sociale. Infatti l'università di oggi risponde pienamente ai canoni di un vero e proprio parcheggio sociale che ci prepara e ci insegna solo a vivere in una condizione di precarietà esistenziale oltre che lavorativa. Speriamo che la laurea honoris causa possa servire a benigni perchè la nostra laurea ci servirà a poco in un mondo del lavoro e sociale troppo precario e chiuso. Non ci interessa partecipare alla festa, ma ci sentiamo in dovere di lottare per un'università nuova che difenda il sapere come interesse sociale, luogo nel quale matura la coscienza critica di un popolo.
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