giovedì 13 dicembre 2012

Sit-in al rettorato!



Domani ore 14.30 Presidio sotto al Rettorato cubi 7/11!!!!


foto di Dario Stelitano




TRASPARENZA, ELEZIONI e FINANZIAMENTI ALLE ASSOCIAZIONI: PRENDIAMO UNA POSIZIONE!


All’attenzione del senato accademico.
Al  magnifico Rettore
Agli studenti dell'Unical 

Oggetto: questione trasparenza e regolarità della fase elettorale


Le elezioni universitarie, svoltesi all'Unical, hanno palesato ulteriormente le logiche clientelari che caratterizzano la vita politica del nostro ateneo.
La campagna elettorale ci ha messo di fronte alle solite scene di mercificazione del voto, attraverso false promesse che riguardavano eventuali rimborsi delle tasse universitarie, agevolazioni nell'assegnazione degli alloggi, rimborso spese erasmus e corsi di lingue per studenti stranieri. Il senso del voto è stato così svuotato di ogni contenuto politico ed etico facendo leva sulla scarsa attenzione e sull'ingenuità dell'elettorato studentesco. Il voto consapevole è stato un lusso per pochi, liste interminabili di possibili votanti, telefonate davanti ai seggi, cortesi accompagnatori che fornivano all'interno dei seggi i vari “santini”, silenzio elettorale inosservato e violato da volantinaggi e affissioni hanno caratterizzato gli ultimi giorni di campagna elettorale rendendo il ponte Bucci un grande mercato del pesce dove poter acquistare il diritto/dovere al voto. Abbiamo assistito alla violazione della nostra privacy e di tanti altri studenti attraverso “sms elettorali”, e abbiamo denunciato il tutto al rettore e al Garante della privacy. Il Rettore ha risposto alle nostre segnalazioni dicendo che avrebbe avviato un'indagine per verificare le nostre ipotesi relative alla possibile violazione del sistema informatico dell'Unical. Sono ormai trascorse alcune settimane e non abbiamo ancora ricevuto nessun riscontro riguardo a tutto ciò, a tal proposito, chiediamo delucidazioni in merito. La questione degli sms elettorali solleva un altro problema, il finanziamento della campagna elettorale, a prima vista le varie liste  hanno investito diverse migliaia di euro per  santini, gadgets e pacchetti di sms inviati da call center, ma con quali fondi? Negli ultimi tre anni (fonte verbali CDA del 04-06-2012, 24-06-2011 e 25-06-2010) le associazioni hanno percepito fondi per migliaia di euro destinati ad attività per gli studenti, le spese per la campagna elettorale sono state sostenute con questi fondi? O le associazioni ricevono fondi esterni? E se ricevono questi fondi che vengono generosamente offerti da privati per le elezioni, siamo sicuri che questi non abbiano interessi sugli appalti e le politiche dell’Università? Riteniamo opportuno che queste spese, sia relative all'attività delle varie associazioni sia quelle della campagna elettorale, siano rendicontate per  una questione di trasparenza nei confronti della popolazione studentesca. A tal proposito proponiamo che il sistema di finanziamento alle associazioni venga rivisto, che i progetti siano valutati in modo trasparente e attraverso criteri oggettivi di valutazione da una commissione super partes. In merito alla trasparenza crediamo che il lavoro del Senato e del CDA debba essere reso pubblico e accessibile a tutti in tempi utili attraverso la  pubblicazione dei documenti all'ordine del giorno prima di ogni seduta, chiediamo inoltre di affiancare ai verbali dei report pubblicati alla fine di ogni seduta e una diretta streaming delle suddette attività degli organi collegiali. La trasparenza nell’ateneo è fondamentale, soprattutto perché si tratta di un laboratorio in cui costruire e sperimentare processi virtuosi e alternativi di democrazia. Perché questo è alla base della formazione di una coscienza critica e un modo diverso di fare politica. Dopo le elezioni studentesche, una delle liste che ha concorso a questa tornata elettorale, ha presentato un ricorso chiedendo il riconteggio dei voti in un particolare seggio, il seggio numero 13. A nostro parere l’unico problema relativo alla questione che ha toccato uno dei componenti della commissione elettorale centrale e alcuni componenti di un’altra lista in lizza alle elezioni universitarie è sorto solo per la mancanza di trasparenza in merito ai verbali non resi pubblici a tempo debito. Il ricorso, accettato, ha portato, infatti, al riconteggio delle schede, ma non ha visto alcun verbale pubblicato, ciò non toglie che determinate azioni siano lesive non solo del modo di concepire le istituzioni, ma sono sintomo di una cultura arrogante e prepotente, figlia di retaggi culturali mafiosi. Non ultimo l’episodio che ha visto coinvolta la Prof.ssa Donatella Loprieno, membro della commissione elettorale centrale, rientra il un’escalation di avvenimenti che testimoniano questa tendenza.
Il laboratorio politico Ateneo Controverso ritiene opportuno ricevere chiarimenti sulle varie questioni sopra citate in particolar modo riguardo lo svolgimento della campagna elettorale, ai fondi alle associazioni, di prendere posizione in merito all’assoluta mancanza di  trasparenza che non riguarda solo il periodo elettorale ma la vita politica e amministrativa dell’Unical e di prendere provvedimenti tali da non consentire determinate irregolarità durante la fase elettorale.

ATENEO CONTROVERSO

mercoledì 12 dicembre 2012

Partecipazione e democrazia: NO NOMINA DEL CDA!!!


All’attenzione del senato accademico.
Al  magnifico Rettore

oggetto: avvio delle procedure per la nomina dei membri interni ed esterni C.D.A

Vista la convocazione per la prima seduta del Senato Accademico, in data 14/12/2012, il laboratorio politico Ateneo Controverso ritiene necessario esprimere un proprio parere, frutto di un percorso assembleare svoltosi all’interno delle vecchie facoltà, come contributo alla discussione, riguardo l’avvio delle procedure per la nomina dei membri che comporranno il Consiglio d’Amministrazione.
Nel corso dell’ultimo anno abbiamo assistito ad un processo di riforma dello statuto dell’università del tutto autoritario e asettico rispetto alle istanze provenienti dal basso di cui il laboratorio politico  Ateneo Controverso si è fatto carico.
Nel periodo intercorso tra il mese di Dicembre e la chiusura dei lavori della commissione statuto abbiamo chiesto in due occasioni di poter prendere parte alla discussione riguardo al riassetto dell’Ateneo e dei suoi organi  a seguito della riforma Gelmini ( legge  n°240/ 2010)  ma nonostante ciò non sono state prese in considerazione nè la domanda di audizione presso la commissione, né i contenuti frutto di un percorso assembleare.  La nostra denuncia si fonda  sul dissenso prodotto dalla cristallizzazione dei poteri e della modalità di gestione autoritaria dell’universitaria.
Fra le varie critiche poste rispetto alle modifiche dello statuto, rientra quella inerente le modalità di selezione e quindi la composizione del C.D.A.
In seguito alla riscrittura dello statuto emerge il fatto che i soggetti interni all’università così come i due membri esterni debbano essere nominati dal rettore su proposta del senato, a seguito della promulgazione di un bando attraverso cui far pervenire curricula  che attestino comprovate  competenze di gestione  amministrativa e manageriale dei singoli candidati .
Esprimiamo, così come abbiamo fatto nel corso dell’ultimo anno,  il nostro dissenso rispetto alla sopra citata modalità di selezione  in quanto espressione di una concezione aziendalistica  e autoritaria dell’università. Siamo convinti del fatto che la governabilità dell’Ateneo non debba essere frutto  di maggioranze precostituite dalla nomina  esclusiva del rettore ma di un processo dialettico che può essere garantito solo dal bilanciamento dei poteri,  principio su cui si costituisce qualunque regime democratico.  Seguendo questa modalità,  emergono una serie di contraddizioni politiche: se il rettore uscente nominasse in modo del tutto arbitrario i membri che comporranno la maggioranza in seno al consiglio di amministrazione, con l’elezione  del nuovo rettore  , questi avrà un CDA espressione del mandato precedente con tutte le problematiche che ne conseguono.
Al di là delle contraddizioni, siamo fermamente convinti che le componenti all’interno degli organi collegiali non possano essere figlie di una gestione autoritaria e di interesse dell’università ma debbano essere diretta  espressione di una consultazione elettorale. In virtù di ciò abbiamo da addurre  il contributo interpretativo della legge n° 240 datoci dalle sentenze di alcuni TAR tra cui quello ligure secondo cui  la nomina  può avvenire successivamente a consultazione elettorale e non per forza su base nominale del rettore o di altri organi  interni all’Ateneo.  Procedendo per questa strada ci si tutela da quello che potrebbe essere un vulnus democratico, ovvero il disquilibrio tra  i poteri. Se si attribuissero ulteriori poteri decisionali ad un soggetto( il rettore) che già gode di un peso politico ampio, si finirebbe per infrangere  l’equilibrio dinamico insito tra le varie competenze interne all’Università della Calabria  con  un conseguente slittamento che ufficializzerebbe  il passaggio da una politica democratica ad una politica di tipo autoritario. 
Inoltre se il C.D.A. dovesse comporsi secondo le modalità imposte dal rettore e accettate supinamente dalla commissione statuto e dal vecchio Senato Accademico si andrebbe a svilire il senso stesso degli organi collegiali in quanto di collegiale non avrebbero più nulla poiché espressione diretta della volontà di un singolo che potrebbe quindi tranquillamente imporre il proprio volere  senza dover  rispondere ad alcuno del suo operato e delle logiche che lo hanno prodotto. L’elegibilità perciò diviene  una necessità a tutela della democrazia nonché un pretesto per costruire una dinamica di partecipazione attiva della popolazione accademica rispetto alle scelte politiche dell’università.  Restituire dignità agli organi collegiali in quanto tali diviene una responsabilità storica a cui non possiamo sottrarci. Ripensare il ruolo dell’università significa anche trasformarla in un laboratorio in cui poter praticare nuove forme di democrazia e di fare politica attraverso processi virtuosi volti a garantire la partecipazione dal basso alle decisioni che l’università dovrà assumere da qui ai prossimi anni.


ATENEO CONTROVERSO

martedì 4 dicembre 2012

sabato 17 novembre 2012

BACIA ad occhi chiusi, VOTA ad occhi aperti! - Ateneo Controverso

BACIA ad occhi chiusi, VOTA ad occhi aperti! - Ateneo Controverso 

Elezioni studentesche 2012 28 e 29 Novembre - Senato Accademico e CDA 

Corto realizzato dal collettivo politico Ateneo Controverso. Tra un pizzico di ironia e sarcasmo, si raccontano le storie di 4 studenti alle prese con disagi quotidiani che vivono ogni giorno frequentando la nostra università! Cose per le quali Ateneo Controverso ha sempre lottato e denunciato non solo durante la campagna elettorale. 

L'UNIVERSITA' è DI CHI LA VIVE!!

Trash party

giovedì 8 novembre 2012


La nostra lotta non è circostanziale alle elezioni...
Lo abbiamo sempre fatto e continueremo a lottare!

L'UNIVERSITA' E' DI CHI LA VIVE





giovedì 25 ottobre 2012

L'anno accademico comincia sotto i migliori auspici:
+ TASSE - SERVIZI
e PRIVATIZZAZIONE DELLE RESIDENZE

La contestazione di Ateneo Controverso all'inaugurazione dell'anno accademico di ieri 24 ott. 2012

giovedì 20 settembre 2012

IO NON MERITO L'AUMENTO - SETTEMBRE 2012


Nel corso degli ultimi anni abbiamo visto, spesso a causa dei provvedimenti di
austerity, un aumento delle tasse per quel che riguarda ogni aspetto della vita
quotidiana ed in particolare riguardo il mondo dei percorsi formativi. È dal
2008 che, a seguito della legge 240, i percorsi formativi hanno visto dimezzati i
finanziamenti, e il mondo dell’università ha dovuto correre ai ripari aumentando
la contribuzione studentesca in modo progressivo e allo stesso tempo tagliando
servizi e dequalificando la didattica. Oggi la situazione è notevolmente
peggiorata. Le tasse hanno continuato ad aumentare in modo sproporzionato e
progressivo fino ad arrivare con il governo Monti alla Spending Review, un
provvedimento che penalizza e criminalizza intere fette di popolazione
accademica etichettandole come voce di spesa all’interno di un contesto che
dovrebbe essere completamente estraneo alle logiche di mercato. L’aumento
della tassa sul diritto allo studio al 7,70% e l’aumento della tassa d’iscrizione
del 7,50% estesa a tutta la popolazione studentesca, è diretta emanazione di un
modo di concepire i percorsi della formazione in modo completamente distorto:
voce di spesa all’interno di un bilancio nazionale da mantenere in pari, e da
sacrificare di fronte al potere economico-finanziario delle banche. La logica è
sempre la stessa, ridurre la possibilità di accesso al mondo dei saperi per
continuare a perpetrare le logiche del Dio mercato nei cui confronti, a pagarne i
sacrifici, sono sempre le classi sociali più deboli.
Senza investimenti da parte dello stato sull’università, senza finanziamenti della
regione sul diritto allo studio, lo studente è quindi costretto a farsi carico
dell’intero costo del proprio percorso formativo.

La crisi ha aumentato i costi del diritto allo
studio mentre continuiamo a pagare il
fallimento di un intero sistema!!!

martedì 14 agosto 2012

E-state in discarica. La R.D.T. presenta il dispositivo calabrese per bruciare rifiuti senza produrre diossina.

Come ogni anno l'emergenza rifiuti si fa sempre più acuta durante l'estate quando ancora qualche turista ma, soprattutto, i numerosi emigrati che hanno lasciato questa terra per risolvere i loro problemi economici ed esistenziali, ritornano in Calabria.

La questione dei rifiuti, lo sappiamo bene, non viene affrontate con una visione olistica ma si guarda al rifiuto come ad una ricchezza per quei pochi che gestiscono le numerose discariche sparse sul territrio. Non esistono provvedimenti che manifestano una piena comprensione del problema, non si adottano strategie risolutive in senso pieno, si preferisce scavare una fossa, dopo che il paziente è morto, d'altra parte nulla si può fare se non sotterrarlo nella tomba.

La rete difesa del territorio "F. Nisticò", fin dalla sua nascita, ha chiesto la soppressione di un istituto inutile ossia il commissario all'emergenza rifiuti che, in ben quindici anni di attività, non ha ancora compreso, o per meglio dire non ha inteso farlo, che il vero problema dei rifiuti non il prodotto finale bensì tutta la catena che porta alla produzione della monnezza medesima. Ad ogni modo pare che in Calabria la storia sia talmente ciclica da permettere una facilissima previsione che, puntualmente, si tramuta in scottante realtà. Ecco, quindi, formulato l'ennesimo piano emergenziale per affrontare, in estate, il problema dei rifiuti. Il commissario prevede di rendere quasi tutte le discariche calabresi, totalmente funzionali! Possono brindare i gestori, privati, delle diascariche: per loro la crisi del lavoro non si avverte.

Lo scorso tre luglio la R.D.T. si recava in presidio, presso la sede del commissario, a Catanzaro dove lo stesso aveva convocato i sindaci dello jonio cosentino per discutere della questione rifiuti. In tale occasione il commissario Speranza si dichiarava pronto ad ascoltare e valutare le fattive proposte delal R.D.T. in merito alla risoluzione della questione rifiuti. Questo momento la R.D.T. lo sta ancora asepttando, si perchè, è bene sottolinearlo, le attiviste e gli attivisti non sono il popolo del No ma sono in grado di proporre reali alternative e proposte, ovviamente occorre ascoltarle ma innanzia a una mancanza di democrazia nella gestione del ciclo dei rifiuti, innanzi ad un muro di gomma che fa rimbalzare come malefica eco, la voce del cambiamento, innanzi ad una situazione che non permette la partecipazione, la condivisione, la democrazia non resta altra strada se non quella di manifestare il nostro dissenso scendendo ancora una volta nelle piazze, nelle strade, lottando con tutta la nostra passione e levando le nostre voci unite a quelle del popolo calabro. Ora basta! Continueremmo a ribadire che delle nostre vite decidiamo noi! Saremo quindi in presidio presso tutte le discariche calabresi nella notte fra il 15 e il 16 Agosto, e in onore della non meglio specificato dispositivo tedesco che, secondo Speranza, brucerebbe i rifiuti senza generare diossina, proporremmo in occasione dei presidi, il nostro dispositivo per bruciare senza produrre diossina: ossia una bella grigliata di mezza estate!

La R.D.T. attende il popolo calabro presso tutte le discariche per brindare, ballare, suonare e grigliare alla nostra salute presso i cancelli delle migliori discariche calabresi! Appuntamento da non perdere alle ore 1.00 del 16 agosto presso le discariche calabresi.


Rete in Difesa del Territorio - "Franco Nisticò"

mercoledì 20 giugno 2012

SIT-IN SOTTO IL RETTORATO
IL 22 GIUGNO ALLE 9:00                                 

                         

Gli ultimi dodici anni della vita dell’ateneo sono stati caratterizzati da un centralismo che, a nostro avviso, ha poco a che fare con la gestione della cosa pubblica. Materialmente ci siamo sempre battuti e scontrati con la gestione dell’università come azienda, propugnata da 20 anni di riforme e da 12 anni di amministrazione Latorre, che attraverso un operare antidemocratico, ha dato un esempio pratico di come sia brutale e del tutto antitetica rispetto a quello che è lo scopo originario dell’università all’interno della società. L’università per sua natura persegue degli obiettivi che sono diversi rispetto alle finalità di questo sistema di produzione basato sul profitto. Noi abbiamo sempre creduto nel valore del sapere fine a se stesso, nell’università come bene comune slegata dalle logiche di mercato; crediamo semmai in una università che riesca a formare persone capaci di agire nella realtà territoriale, e non supine ed acquiescenti rispetto alla quotidianità politica e sociale del nostro paese e della nostra terra. L’università della Calabria, in particolare negli ultimi anni non ha fatto che rispecchiare completamente le logiche malsane che contraddistinguono la vita politica e sociale della nostra regione, in particolare la cristallizzazione dei poteri e la chiusura totale rispetto alla partecipazione dal basso.  

Durante l’ultimo anno, tutta la comunità accademica ha dovuto subire passivamente il processo di riorganizzazione imposto dalla riforma, non è stato possibile in alcun ambito intraprendere una discussione che portasse ad un percorso partecipato e condiviso, mentre la volontà del “Satrapo” ha prevalso nonostante i malumori della base. “L’etàt c’est moi” avrebbe detto Luigi XIV, ma era un’altra epoca.

La totalità della rappresentanza sia docente che studentesca è in prorogatio da due anni, il magnifico in perfetta coerenza con il suo modus operandi, invece di gestire semplicemente questa fase di passaggio in vista di nuove elezioni, ha pensato bene di spendere il suo tempo per dare un “indirizzo sulle scelte future” che riguardano l’ateneo in maniera del tutto illegittima e arbitraria.         

All'interno del CdA il rettore ha inoltre proposto in maniera altrettanto arbitraria la cessione in gestione di una parte delle residenze universitarie in mano a privati, proponendo un accordo estremamente svantaggioso per la popolazione studentesca, (in un momento di crisi economica avanzata nel nostro paese) e per l'università stessa, nel momento in cui la gestione delle residenze a privati non solo non migliorerebbe il servizio residenziale, ma soprattutto verrebbe a mancare l'opportunità per l'università di rilanciare su una politica residenziale virtuosa. C'è da dire ,inoltre, che le nuove residenze costruite dall'università, che dovrebbero essere concesse in gestione a privati, sono state edificate con l'intento di troncare qualunque rapporto fra l'università e i privati rendendo le politiche abitative dell'università del tutto autonome rispetto alle logiche di mercato.   Lo stesso CdA arbitrario e illegittimo è stato oggetto di dibattito, all'alba della sentenza del Tar della liguria, che ha stabilito che la nomina di cui parla la riforma non precluda la possibilità di una consultazione elettorale riguardo i famosi cinque membri del listone del rettore!!!  

Tutto ciò ovviamente va inserito nel contesto di altrettante politiche autoritarie che fino ad ora hanno precluso invece, la possibilità di un percorso partecipato di riorganizzazione dell'università chiudendo le porte della commissione statuto così come di tutte le decisioni importanti assunte dagli organi comuni dell'ateneo. Proprio in virtù di questo ragionamento e visto il precedente del Tar della Liguria rivendichiamo l'inizio di una fase di discussione ampia e partecipata di modifica dello statuto, rivendicando l'elezione di tutti i membri del CdA, e di scrittura partecipata di tutti i regolamenti dell'ateneo. L' Università è di chi la vive, pertanto gli unici ad avere il diritto di decidere del nostro futuro siamo solo ed esclusivamente noi!!! riappropriamoci degli spazi decisionali, riappriopriamoci dell'ateneo!!!       

PER QUESTO MOTIVO SCENDEREMO 
IN SIT-IN SOTTO IL RETTORATO
IL 22 GIUGNO ALLE 9:00 
A FAR VALERE LE NOSTRE PROPOSTE E RIVENDICAZIONI!!!!

mercoledì 30 maggio 2012



Negli interstizi di una costituzione sociale mai attuata, di un’uguaglianza sostanziale mai applicata, di un diritto all’istruzione mai garantito, di un diritto abitativo sempre negato si insinua e si alimenta la Mafia percepita come illusoria possibilità di un’emancipazione sociale, negata dallo stato. Erodere il potere della mafia vuol dire combattere la precarietà esistenziale garantendo i diritti negati!

Troppo spesso l’idea dell’antimafia si è appiattita su una declinazione giustizialista che inquadra il fenomeno mafioso come un semplice problema di ordine pubblico e non un complesso fenomeno sociale che si alimenta delle contraddizioni più generali di questa società.

Dove vivono i diritti muore la mafia, facciamo vivere la costituzione!

ANTIMAFIA SOCIALE, ANTIMAFIA DEI DIRITTI!


mercoledì 23 maggio 2012


Solidarietà al CSOA Cartella



L’attentato incendiario subito dal CSOA Cartella di Reggio Calabria rappresenta l’ennesimo sopruso che la popolazione reggina e calabrese è costretta a subire.


Il centro sociale della periferia nord reggina, infatti, non è soltanto un semplice edificio occupato dalla Sinistra “Antagonista”, bensì uno spazio di partecipazione e di condivisione, di pratiche e di idee, aperto e messo a servizio di tutta la popolazione.
Un luogo dove chiunque, senza alcun tipo di discriminazione, ha sempre potuto contribuire alla liberazione del nostro territorio, troppe volte stuprato e schiavizzato dalla Ndrangheta e dalle logiche di mercato.
Inoltre, in questi dieci anni di occupazione, il Cartella può vantare, tra i tanti servizi prestati, il forte contributo dato alla creazione di momenti di socialità partecipativa e libera dalle logiche del profitto.
Tutto ciò deve aver dato fastidio a chi, da sempre, tiene la nostra terra sotto scacco e la piega secondo i propri interessi economici e criminali. Le compagne e i compagni dello spazio sociale avvertirono questo rischio e, dopo più di un mese di piccoli sabotaggi e intimidazioni,  lanciarono la campagna”IO STO CON IL CARTELLA” raccogliendo già migliaia di adesioni.
Questo deve aver convinto i “signorotti locali” ad alzare il tiro e ad armare la mano di chi, nel corso della storia, ha sempre assunto il ruolo di braccio armato dei poteri forti, a compiere tale atto.
Teniamo particolarmente a precisare l’importanza dello smascherare la vera natura dei fascisti, i quali cercano di mostrarsi come i difensori dell’ordine, della legalità e della giustizia sociale per poi prestarsi a vili atti divenendo effettivamente il braccio armato dei poteri forti.
Il miglior modo di praticare l’antifascismo e l’antimafia, è quello della mobilitazione e dell’applicare la liberazione come pratica quotidiana.
Perciò ci poniamo in modo critico nei confronti di tutti quei pezzi del movimento nella nostra regione che, nonostante si professino antifascisti, mantengono la loro opposizione all’estrema destra sul piano istituzionale rinunciando a qualsiasi forma di agitazione collettiva.
Pertanto noi studentesse e studenti calabresi, esprimiamo piena solidarietà attiva e militante alle compagne e ai compagni del CSOA Cartella, assicurando il massimo impegno da mettere in campo in ogni iniziativa tesa a rivalutare lo spazio e a farlo rinascere dalle proprie ceneri.

Unione Degli Studenti Calabria
Laboratorio politico, Ateneo Controverso Unical



lunedì 5 marzo 2012

La risposta di Ateneo Controverso all'editoriale di domenica scorsa di Eugenio Scalfari

Laboratorio politico Ateneo Controverso
Università della Calabria

Nota: In risposta all'editoriale di Scalfari


Apparteniamo per nascita a quella generazione maledetta che, molto più rispetto ad altre, ha poche certezze e tantissimi dubbi. Siamo giovani oggi. Questa condizione, sebbene ci releghi ad un esistenza da “paria” e ci collochi - quasi fosse un ordine naturale ineluttabile – al di fuori da qualsiasi contesto lavorativo e spesso anche sociale, ci porta, quasi per contrasto, a detenere una grande forza, ovvero, la capacita di porre in continua discussione non solo i nostri stessi pensieri ma anche tutti i fattori interni a quella società che ci confina in una posizione di subalternità. Abbiamo la consapevolezza di non possedere alcuna verità assoluta anzi, che non esistano verità assolute. Ed è per questo che non accettiamo lezioni da parte di nessuno, non accettiamo paternali né pacche sulle spalle, tanto meno da coloro i quali hanno contribuito alla creazione di questa società malandata che affonda le sue radici nella speculazione sugli uomini e sulle risorse.
In terra nostra di Calabria la speculazione si è manifestata con tanti mostri: i poli siderurgici, la Pertusola, la Marlane, il fantomatico ponte sullo Stretto, che sembrano tradurre la vessazione continua di un territorio in realtà caratterizzato da una natura estranea a questo modello di sviluppo e da una Bellezza che ancora resiste. Ed è per questo che la Calabria, come tutti i territori, ha e pretende voce in capitolo anche in questa battaglia. Esiste un filo conduttore tra tutte le rivendicazioni territoriali, che attraversa da nord a sud la penisola e la unisce, sotto la convinzione che debbano essere i popoli a dover assumere le decisioni e le scelte riguardo il “giusto” delle loro esistenze, che nessuno può operare senza la loro legittimazione. Ed è in questo che la battaglia No-tav diventa fondamentale, e se vinceranno i territori della valle vinceremo tutti. Non esistono temi di serie A o di serie B, né temi di cui ci si può e deve interessare o meno. E non esiste nessuno in grado di dettare l’agenda politica e gli argomenti di dibattito di quelli che chiamate giovani. La Battaglia della valle chiama in causa tutti, tanto quanto il problema della 'ndrangheta. L'organizzazione criminale più potente del mondo non è confinata al territorio calabrese, ma ha aperto i suoi tentacoli su tutto il paese così come al di fuori di esso. La nostra generazione è capace di farsi carico di entrambe le questioni, dando la stessa attenzione, lo stesso impegno e la stessa intensità ma non può accettare che qualcuno decida quali siano i problemi di cui ci si debba occupare, gli argomenti su cui si ha il permesso di parlare. Noi abbiamo imparato a prendere parola per i nostri diritti, per la nostra terra, e la nostra terra non è solo la Calabria. Un nostro problema è la classe dirigente di questo paese, non solo della nostra regione. Una classe dirigente, obsoleta, incapace, corrotta e anche vecchia, per inciso della stessa generazione di Eugenio Scalfari. Non si può unire l’ animo degli Italiani celebrando i 150 anni dell’unità con grandi feste e parate, noi riusciamo ad unirci attraverso le lotte giuste e legittime anche a distanza di 1500km. Viviamo in una terra splendida e martoriata, non ci riesce difficile immedesimarci in chi con tutte le sue forze prova a difendere un pezzo del suo cuore che giorno dopo giorno viene distrutto.
Una nostra speranza è quella di vincere quelle battaglie che racchiudono in sé il germe del cambiamento, il seme di un modo nuovo di pensare e fare politica, di un fare e intendere la società. Il nostro obiettivo è prenderci il nostro spazio, magari al prezzo di abbattere qualche dinosauro.
 

Laboratorio politico Ateneo Controverso – università della Calabria

La risposta della Rdt all'editoriale di domenica scorsa di Eugenio Scalfari

Lettera aperta a Eugenio Scalfari.
Caro direttore , nel bel mezzo di una nostra riunione, leggiamo il suo editoriale “una strana gioventù che odia la velocità” comparso su Repubblica del 4 marzo. Ci colpiscono, in particolare, le sue affermazioni riguardo gli studenti dell’Università della Calabria che si sono mobilitati per esprimere la loro solidarietà alla battaglia del popolo della Val Susa. Lei si chiede come mai , con tanti problemi che vive la Calabria, gli studenti scelgano di urlare nelle piazze e nelle strade della loro, terra: nota!
Leggendo le sue parole tutti noi ci siamo guardati negli occhi, incrociando anche gli sguardi di tanti giovani studenti universitari presenti all’assemblea della Rete difesa del Territorio intitolata alla memoria di Franco Nisticò, un militante deceduto, nel dicembre 2009, durante una manifestazione no ponte.
Caro direttore lei si chiede che senso ha la mobilitazione degli studenti dell’Uni.Cal. rispetto alla apparentemente lontana lotta no tav, e per quel motivo gli stessi non si attivino, invece , rispetto a questioni molto più vicine ai loro territori. Ebbene siamo molto felici di poterle rispondere che se oggi gli studenti calabresi, negli scorsi giorni scesi in piazza a Cosenza come a Reggio Calabria, al fianco di tanti ambientalisti, esponenti di realtà, collettivi centri sociali, per dire no al treno ad alta velocità, lo hanno fatto consapevoli di numerose questioni.
In tutta la Calabria, pur non balzando quasi mai agli onori della cronaca, c’è gente che quotidianamente lotta per la difesa dei propri territori, cerca di creare dal basso forme di tutela della propria terra per evitare che interessi privati, legati al profitto e non alla difesa e alla valorizzazione dell’ecosistema, erodano terreni, costruiscano o amplino inceneritori o centrali a carbone, non sfruttino risorse energetiche alternative, continuino a invadere di cemento le città dove, di contro, aumentano i numeri dei senza casa,. Ogni giorno ci sono cittadini che operano contro le mafie non nascondendosi dietro una generica bandiera dell’antimafia bensì costruendo, nel silenzio, alternative reali anche se piccole per sottrarre manovalanza mafiosa, soprattutto composta da giovani inoccupati, attraverso una socialità altra e soprattutto cercando di incidere sulla cultura della delega, e della raccomandazione che dalle nostre parti chiamiamo “pastetta” . Le mafie a nostro avviso, sono tutte quelle forme si sopraffazione, sfruttamento, imbarbarimento e disumanizzazione legate al dio denaro e al potere…ebbene noi, ogni giorno lottiamo per operare un significativo cambio di rotta di questa mentalità che poi non è affatto tipicamente calabrese ma, possiamo dirlo con certezza, investe tutta la penisola.
Di tutte queste piccole ma significative lotte, spesso non si trova traccia sui giornali mainstream, fa notizia però che giovani studenti universitari calabresi blocchino dei treni insieme a realtà di movimento, ambientalisti, cittadini. Questo , forse, dimostra che ci sono dei problemi di comunicazione e di informazione.
Quello che realmente ha spinto alla solidarietà verso il popolo notav è la consapevolezza che grandi infrastrutture come questa o anche il ponte sullo stretto non faranno altro che gravare sulle tasche di tutti i cittadini italiani e dei figli che ancora , magari devono venire senza determinare però dei significativi benefici alla cittadinanza tutta. Effettivamente i discorsi che sentiamo fare sullo sviluppo legato alla tav ci ricordano tanto quei beceri comizi sullo sviluppo che avrebbero portato in Calabria tanti e tanti posti di lavoro ma che invece, oggi hanno determinato l’avvelenamento di intere citta: Crotone un esempio per tutti.
Lottare oggi al fianco del popolo notav significa lottare per il principio di autodeterminazione dei popoli che dovrebbero aver garantita la possibilità di scelta, rispetto ai territori che vivono. L’imposizione del tunnel della TAV, attraverso l’attuazione di forme repressive di contenimento delle volontà popolare, rappresenta una palese negazione di tale principio. Lottare oggi al fianco del popolo notav significa ribadire e sottolineare che mentre si investono ingenti quantitativi di denaro per infrastrutture simili, in zone come la Calabria non è possibile spostarsi agevolmente. Gli ambientalisti, gli studenti i cittadini calabresi intendono collegare la lotta notav a quella per la difesa del territorio che comprende, senza dubbio, la mobilità territoriale, vero e proprio diritto oggi sempre più negato alle popolazioni calabresi.
Vogliamo ricordarle, direttore, che noi calabresi abbiamo assistito ad un pauroso ridimensionamento della mobilità su rotaie, proprio in questi ultimi anni. Tale ridimensionamento ha determinato perdita di posti di lavoro , chiusura di numerose stazioni, isolamento di piccoli e medi centri. Oggi per spostarsi in Calabria si è costretti ad utilizzare mezzi propri su strade sempre più disastrate e malmesse.
Se dunque a Reggio Calabria come nel più internato dei paesi della Sila si può sentire l’urlo che risuona all’unisono notav, caro direttore non si deve sorprendere. Se anche nella lontana calabria anche noi urliamo Notav lo facciamo convinti del fatto che ci stiamo battendo per un futuro sostenibile, per una reale democrazia, per una informazione non univoca, per dare una speranza a questo paese alla nostra terra alle nostre vite e a quelle dei nostri figli.
Abbiamo letto il suo pezzo e concluso la nostra assemblea dove, guarda caso parlavamo di quello che significa la lotta notav: una metafora dell’Italia che resiste, ci spiace constare che lei e il suo giornale non abbiano colto il senso di questa battaglia.
Ci auguriamo che almeno ci venga garantito il diritto di replica e la pluralità delle voci, propria di una democrazia.


Rete difesa del territorio “Franco Nisticò” 
http://www.difendiamolacalabria.org/

lunedì 27 febbraio 2012

C.S. - NO TAV, RETE PER LA DIFESA DEL TERRITORIO “FRANCO NISTICÒ”: RESISTERE ALLA BRUTALITÀ


Stamani in Val Susa sono cominciati i lavori di allargamento del non-cantiere Tav. Un'area vuota riempita di blindati per difendere interessi di lobby e reprimere il dissenso che da quella Valle si è esteso a tutta Italia.
Un pugno in faccia ad un attivista, la mattanza alla stazione di Torino dopo la manifestazione di 60 mila persone che sabato hanno detto NO a questo spreco di denaro pubblico, a questa limitazione di democrazia, operazioni di repressione da un lato e provocazione dall'altro.
Il capo della polizia Manganelli, una persona da 600mila euro l'anno, il morto è da giorni che lo invoca.
Oggi il gravissimo ferimento di Luca, che, all'avanzare delle ruspe per resistere allo smantellamento della sua terra è salito su un traliccio. È stato inseguito dai militari che invece di bloccare tutto lo hanno spinto verso i fili dell'alta tensione.
Folgorato è caduto da 15 metri e adesso dopo l'operazione è in coma farmacologico.
Noi il morto non lo vogliamo, di martiri il movimento NoTav non ne ha proprio bisogno , e a Luca che dal Piemonte è sceso a portare la solidarietà al movimento No Ponte dall'altra parte di Italia siamo anche affezionati.
La Tav Torino Lione rappresenta bene il dominio economico che ci ha portati al disastro. Opere inutili, costose, che vanno ad arricchire solo i costruttori, in cui le mafie trovano grandi opportunità di riciclaggio di denaro e che deturpano in modo permanente i territori sia dal punto di vista ambientale che sociale.
La Rete Difesa del Terrirorio "Franco Nistico", è solidale con chi resiste, presente in Valle nonostante la lontananza, perchè ben comprende il tentativo di dominio e sfruttamento sulla natura e sull'esigenze reali delle popolazioni, invita a scendere in piazza, nelle strade, nelle stazioni, e manifestare la propria indignazione contro la brutalità della repressione dello Stato e i piani di distruttivi di questo sodalizio economico-finanziario, per il rispetto della dignità e vita degli abitanti di ogni territorio.
La Valsusa, per noi, un sito di interesse strategico popolare.

Ufficio stampa

Rete per la Difesa del Territorio “Franco Nisticò”
www.difendiamolacalabria.org

martedì 31 gennaio 2012

Per Ciccio Svelo e Bruno Arcuri

IL FORUM ITALIANO DEI MOVIMENTI PER L'ACQUA DEDICA IL PREMIO PERSONAGGIO AMBIENTE 2011 A BRUNO ARCURI E CICCIO SVELO COMPAGNI DEL COORDINAMENTO CALABRESE ACQUA PUBBLICA SCOMPARSI DURANTE LA CAMPAGNA REFERENDARIA
 Assegnata al Forum Italiano dei Movimenti per l'acqua la menzione speciale del premio “Personaggio Ambiente 2011”. Di seguito la nota del Forum.

Il Comitato Tecnico del premio Personaggio Ambiente 2011 ha assegnato oggi una menzione speciale al Forum Italiano dei Movimenti per l'acqua “per la spinta che ha portato allo straordinario successoper il referendum sull’acqua pubblica svoltosi a giugno”.

Ringraziando il Comitato Tecnico per il riconoscimento, il Forum Italiano dei movimenti per l'acqua dedica il premio a tre compagni di strada scomparsi durante la campagna referendaria: GiuseppeD'Emidio del Comitato Ambiente Amiata; Bruno Arcuri e Ciccio Svelo del Coordinamento Calabrese Acqua Pubblica.

Nonostante la straordinaria vittoria di giugno è in corso un vero e proprio disconoscimento del voto referendario ignorato da gran parte dei mass media. Per questo il Forum Italiano dei Movimentiper l'Acqua sta lanciando,in tutta Italia, la campagna di obbedienza civile per il rispetto del votoreferendario. Potremo esultare veramente solo quando i referendum avranno trovato piena attuazione equando il servizio idrico sarà davvero pubblico e partecipato.

lunedì 30 gennaio 2012

CONTROVISIONI 2.0 - Le proiezioni del mese di febbraio


Ennesimo avvertimento mafioso ai danni di Gianni Lannes

Il 10 febbraio del 2010 Ateneo Controverso, Udu Cosenza e Filol.8 Azioni Manifeste organizzarono la presentazione del libro "Nato: colpito e affondato", di Gianni Lannes.

Questo è il link sul nostro blog che presentava quella giornata:

Gianni Lannes è un giornalista d'inchiesta, che ha lavorato sia in Italia che all'estero, si è occupato di inchieste riguardanti traffico d'armi (inchiesta su Ilaria Alpi e Miran Hrovatin), di esseri umani, di rifiuti tossici e scorie radioattive, di ecomafie.

Quella giornata fu particolare per tutti noi. Vedere Lannes accompagnato dalla scorta, per quanto fossimo stati ovviamente avvertiti per tempo, fu molto particolare. Mette sempre un minimo d'ansia vedere gente armata in un'aula universitaria. Soprattutto quando non si è abituati. Nel corso della presentazione del libro, spiegò anche la motivazione per cui aveva una scorta assegnata. Trovate tutte le informazioni sui link che riporteremo di seguito. Basti sapere che il 22 agosto 2011 la scorta gli viene revocata e le conseguenze si sono viste subito.

A distanza di due anni, dal giorno in cui presentammo il suo libro, Gianni Lannes riceve un altro avvertimento mafioso. Odioso ancor di più nel metodo, semmai fosse possibile vedere più nero del nero. Recapitato sul seggiolino per il bimbo, nell'auto della moglie.

Il nostro collettivo si associa ai messaggi di solidarietà che da tutta Italia, in queste ore, si stanno susseguendo. E invitiamo Lannes a far sentire nuovamente la sua voce nella nostra terra quando lo riterrà necessario.


Ateneo Controverso - Unical

sabato 28 gennaio 2012

La lotta No Tav è una lotta di tutti

Liber* tutt*
Libero Giuseppe Tiano
Sabato 28 gennaio presidio a Cosenza ore 17 Piazza XI settembre

L’operazione repressiva scattata contro gli attivisti No Tav conferma che il sistema ha paura e l’unica arma che conosce è quella repressiva. Un sistema che cerca di delegittimare un grande movimento popolare accreditando l’ipotesi che non tutti i partecipanti alla imponente manifestazione del 3 luglio scorso fossero valligiani, ma solo criminali scesi in Valle per creare disordini.
Ma la lotta contro la Tav è una lotta che investe tutt*, anche quelli che devono ancora nascere. Oltre ai danni ambientali e sociali i costi della Tav stanno indebitando le generazioni future per arricchire le solite lobby finanziarie. Siamo tutti No Tav. Anche in Calabria, anche a Cosenza dove ieri un nostro compagno, Giuseppe Tiano, è stato perquisito e portato in questura. Giuseppe si caratterizza per il suo intenso impegno su mille fronti. È un generoso, ed è per questo motivo che si è spinto fino in Val di Susa, per portare la solidarietà sua e nostra ad un’altra comunità, quella di una Valle in lotta per evitare la devastazione del proprio territorio in favore degli interessi dei soliti noti.
In questo, la Val di Susa e la Calabria sono molto più vicine di quanto si possa credere.
Speriamo che Giuseppe sia scagionato al più presto dalle ridicole accuse di cui è oggetto, e ci auguriamo anzi che il suo coinvolgimento in questa vicenda non rappresenti il preludio a negative e gravi sorprese nell’appuntamento del 23 febbraio prossimo, dove a Roma la Cassazione sarà chiamata a chiudere definitivamente la farsa del c.d. processo “No global”, milioni di euro gettati a mare in un altro goffo tentativo di criminalizzazione del movimento.
La nostra solidarietà va a Giuseppe, a tutti gli arrestati, al movimento No Tav, agli abitanti della Val di Susa e a tutti coloro i quali si rifiutano di abbassare la testa e continuano a lottare per la democrazia e la giustizia sociale.
In quei boschi c’eravamo tutti!
 
Coordinamento Liber* tutt*
Rete per la Difesa del Territorio “Franco Nisticò”
Coordinamento calabrese Acqua pubblica “Bruno Arcuri”
C.i.b. Unicobas Calabria

Ateneo libertario Cosenza

lunedì 16 gennaio 2012

TUA LAUREA AD HONOREM EST NOSTRAE LAUREAS AD PARETEM SUNT

Cari colleghe/i,

siete pronti alla diretta streaming di oggi? Come ben sappiamo, nel nuovo Auditorium Unical, ci prepariamo a fare il botto. Oggi l'Unical presenta “l'evento-vetrina” che inaugura l'apertura del 40° anno accedemico, oppresso e aggravato da vecchi e nuovi problemi. Per questo grande evento, a porte chiuse, Latorre e Perrelli hanno pensato di alzare lo share dell'Università della Calabria invitando Roberto Benigni.

Da quando è stato inaugurato il nuovo gioiello dell'università, ancora tante cose restano oscure come ad esempio i 12 milioni di euro, spesi dall'università e l'affidamento della gestione delle attività teatrali a privati. La gestione di questi finanziamenti, che potevano servire per migliorare l'offerta didattica e il diritto allo studio, ci ha nuovamente dato prova del fatto che all'università degli studenti non importa granchè, dal momento che il costo di accesso agli spettacoli è superiore alle possibilità di qualsiasi studente iscritto. Lo spettacolo di oggi è diverso, è gratuito, però noi studenti non possiamo entrare. Il metodo di selezione per partecipare all'evento è stato infatti un fantastico esempio di darwinismo sociale in cui il più svelto “democraticamente” si guadagna un posto per vedere in streaming l'evento mentre l'auditorium è riservato alle personalità istituzionali della nostra bella terra. E così, cari colleghi, come sempre l'inaugurazione del a.a. si presenta come una bella vetrina fatta dal Rettore per i mezzi d'informazione e per aumentare il prestigio apparente di una Università che in realtà cade a pezzi.

La questione cari colleghi non è tanto se l'inaugurazione dell'anno accademico è fruibile a tutta la popolazione studentesca o meno, se lo show di Benigni lo vediamo dal vivo o in streaming. Il prestigio dell'università non si misura in base ad un evento con un “grande” ospite ma dal grande ruolo e compito che questa dovrebbe svolgere all'interno di una società e di una terra martoriata da tanti mali. Bene se c'è qualcosa per cui fare il botto non è lo spettacolo di Benigni ma le continue vessazioni nei confronti di una popolozione studentesca che vede quotidianamente sottrarsi i propri diritti e vive la dequalificazione continua dei suoi percorsi formativi a tutti i livelli. E questo viene riperpetrato attraverso i tagli all'università, alle borse di studio, all'attività didattica e di ricerca. Non è possibile che ad oggi non esiste ancora un efficiente sistema che garantisca a tutti la possibilità di accedere ad un percorso formativo di grado superiore e di qualità.

Se ci dobbiamo indignare è perchè questa università non è capace di garantire una vera didattica di qualità. Continuiamo a vivere la nostra formazione in un' università che non produce ricerca da troppi anni, e che non è nemmeno capace di garantire aulee studio, un buon servizio delle biblioteche a tutta la popolazione accademica perchè troppo impegnata a difendere clientele e baronie. Un università così strutturata non dequalifica solo la didattica, ma perde di vista l'obbiettivo di essere strumento di riscatto ed emancipazione sociale. Infatti l'università di oggi risponde pienamente ai canoni di un vero e proprio parcheggio sociale che ci prepara e ci insegna solo a vivere in una condizione di precarietà esistenziale oltre che lavorativa. Speriamo che la laurea honoris causa possa servire a benigni perchè la nostra laurea ci servirà a poco in un mondo del lavoro e sociale troppo precario e chiuso. Non ci interessa partecipare alla festa, ma ci sentiamo in dovere di lottare per un'università nuova che difenda il sapere come interesse sociale, luogo nel quale matura la coscienza critica di un popolo.

Ateneo Controverso - Unical

CONTROVISIONI 2.0: Il marchese Del Grillo