venerdì 14 ottobre 2011

Comunicato stampa sul nuovo statuto d'Ateneo

La bozza del nuovo statuto è stata ufficialmente licenziata dalla commissione. spetterà ora al Senato      approvarla definitivamente prima della ratifica ufficiale del ministero. Si chiude nel silenzio, nell'apatia culturale e politica che caratterizza oramai l'Unical, una delle pagine più buie della storia del nostro ateneo. Non ci abitueremo mai ai metodi di Latorre, alla sua autorità. Ma le responsabilità di quanto accaduto non possono che ricadere sull'itera comunità accademica. Pochissime sono state, infatti, le voci di dissenso rispetto alla gestione complessiva della cosiddetta “questione statuto”, pochi membri della commissione hanno effettivamente manifestato allarme, soltanto un gruppo informale di docenti ha avanzato delle proposte, senza però incidere concretamente nelle decisioni della commissione. Noi studenti di Controverso abbiamo cercato di costruire in questi mesi un percorso di discussione e partecipazione, arrivando a  protocollare una richiesta formale di un'audizione, pubblica ed aperta agli studenti, con delle proposte concrete. Non ci siamo fermati solo sulla carta dei diritti delle studentesse e degli studenti, ma siamo entrati nel merito delle questioni riguardanti la governance dell'ateneo, la didattica, la democrazia e la rappresentanza, la partecipazione attiva e diretta degli studenti. Ci siamo scontrati con la chiusura totale del rettore e della commissione rispetto a qualsiasi tentativo di confronto, con una rappresentanza studentesca ipocritamente silente, che risponde solo ai dettami del palazzo e non alle istanze della base. Il risultato è una bozza di statuto infelice, piena di incongruenza ed errori, che addirittura supera le nefandezze contenute nella legge Gelmini e concretizza il modello di università-azienda, proposto ed attuato da Latorre nei suoi tredici anni di mandato. Ci troveremo di fronte ad un' università “monarchica”,con un'oligarchia di potere a lungo termine, in cui il Consiglio d'Amministrazione avrà pieni poteri e, tramite il cosiddetto “listino”, potrà essere facilmente egemonizzato dal rettore. Dall'altra parte e contrariamente ad ogni logica democratica, non si prevedono efficaci strumenti di controllo  in mano al Senato Accademico, sulla cui composizione, tra l'altro, la bozza dello statuto si dimostra contraddittoria. Ci troveremo stranamente di fronte ad un'università più macchinosa, conservatrice, baronale, elefantiaca.
La sola cosa certa, a questo punto, è che questo statuto non nasce in un clima di collaborazione e fattiva partecipazione tra le varie componenti dell'ateneo, ma all'interno di una stanza chiusa (anche rumoreggiante, viste le uscite pubbliche di alcuni membri della commissione). E dato
che non amiamo le stanze chiuse, chiediamo che l'approvazione finale del nuovo statuto passi, come già successo in altre università, per un referendum aperto a tutta la comunità accademica(studenti in primis), che consenta di modificare lo statuto in un clima democratico e di effettiva partecipazione. Facciamo, altresì, appello alle forze “dissidenti” dell'Unical per la costruzione - nei prossimi giorni e prima dell'approvazione in senato accademico - di un percorso assembleare aperto, volto a contrastare l'approvazione di uno statuto non degno di un'università democratica.

giovedì 6 ottobre 2011

11 OTTOBRE 2011 - Assemblea Generale Controverso

Nota stampa Laboratorio politico e socio-culturale “Ateneo Controverso”


Oggi gli studenti e le studentesse dell’università della Calabria hanno risposto ad un appello importante di mobilitazione: rivendicare il diritto alla mobilità contro l’aumento indiscriminato del costo dei trasporti locali. Oggi uno studente universitario spende circa 3 euro al giorno per raggiungere l’università e tornare a casa. Come ateneo controverso siamo convinti che un aumento così forte del costo delle tariffe dei trasporti sia totalmente ingiustificato e che risponda alla logica secondo cui i cittadini devono continuare a pagare una crisi e un debito che è stato generato da decenni di cattiva gestione della politica e dallo strapotere della finanza e dell’economia transnazionale. 

NOI IL DEBITO NON LO PAGHIAMO!!! Questo è lo slogan che ci diamo per quest’autunno. Uno slogan che oggi si è trasformato in NOI IL BIGLIETTO NON LO PAGHIAMO!!! Il biglietto non lo paghiamo perché pretendiamo che si apra nella città e nella regione una discussione seria su come risolvere un aumento scellerato dei costi dei trasporti a causa dei tagli lineari del governo: oltre i 2/3 dei finanziamenti per il trasporto pubblico locale. Di conseguenza non è accettabile la politica assunta dal nostro governo regionale che ha deciso di demandare agli enti locali e alle aziende erogatrici del servizio, la facoltà di aumentare i costi dei trasporti fino al 60%. Gli studenti e i cittadini vedono sottrarsi un diritto fondamentale, quello alla mobilità. 

Pretendiamo che i costi non solo ritornino alle tariffe dello scorso anno ma che queste prevedano una riduzione per gli studenti del 50%. Inoltre siamo convinti che la qualità del servizio trasporti nella zona Cosenza- Rende- Università è bassa per un’area urbana che paventa una crescita e uno sviluppo che in realtà non ha. Non esiste un piano trasporti locale realmente efficace così come non esiste, o se esiste è fantasma, un servizio di trasporti notturni che possa consentire agli studenti (universitari e non) di muoversi all’interno della città e vivere un’area urbana che altrimenti preclude questa possibilità confinando gli studenti al solo campus di Arcavacata. 

Le nostre proposte/richieste sono: 
- una riduzione immediata dei costi per gli studenti del 50% (sul prezzo dello scorso anno) 
- un servizio di qualità dei trasporti locali che sia realmente efficace nel soddisfare un pieno diritto alla mobilità, puntando ad un sistema ecosostenibile 
- incrementare il servizio notturno di collegamenti urbani e un miglioramento di quello attuale 
- un nuovo piano di trasporti locali con agevolazioni per le fasce sociali deboli 
- un tavolo di discussione con gli enti locali il consorzio e la regione per aprire una discussione in merito alla questione trasporti. 

Oggi abbiamo creato mobilitazione volantinando per l’università, parlando con gli studenti organizzando una contro-biglietteria ambulante e una chiassosa e sentita flash mob alle pensiline… ma la lotta non finisce qui!!!!!! 

Ateneo Controverso 
ateneocontroverso@gmail.com 
ateneocontroverso.blogspot.com

martedì 4 ottobre 2011

Sit-in giovedì 6 ottobre - Pensiline Unical

CONTRO l'aumento del costo dei trasporti 

Se sono uno studente ed abito a Quattromiglia per andare a Cosenza a comprare, ad esempio, un paio di scarpe compro un biglietto da 90 minuti che mi verrà a costare 1.20 euro. Al ritorno, finito ormai il termine dei 90 minuti, sono costretta/o a comprare un altro biglietto da 1.20, spendendo nell’arco della mia giornata 2.40 euro solo per i trasporti pubblici. 

Se invece io volessi avere la comodità di viaggiare tutto il giorno spenderei 3.00 euro per un biglietto giornaliero, 3.00 euro di trasporti al giorno per 30 giorni sono 90 euro al mese. In media uno studente universitario spende per viaggiare da Cosenza all’università dai 25 ai 90 euro al mese. L’ aumento del costo dei trasporti pubblici rappresenta una spada di Damocle soprattutto per noi studenti che non percepiamo un reddito, pesiamo sul reddito della nostra famiglia e rappresentiamo coloro che usufruiscono maggiormente dei trasporti pubblici. Gli aumenti dei costi dei trasporti sono dovuti ai tagli previsti dal finanziamento nazionale che è passato da 1,9 miliardi di euro a 400 milioni, questo enorme taglio di circa 1,5 miliardi sta mettendo in ginocchio le anche aziende dei trasporti pubblici locali, producendo servizi meno efficienti rispetto a quelli esistenti, che già lasciavano tanto a desiderare. La condizione dei trasporti cittadini-universitari è già da tempo drammatica, a causa dell’assenza di un piano dei trasporti che provoca “corse fantasma” e non agevola la mobilità degli studenti e ostacola l’interazione con la città in cui studiano. 

Non è concepibile che ci sia una sola corsa ogni ora dall’Università a Cosenza e viceversa e che ci sia una sola corsa notturna, spesso “fantasma”. Questi disservizi si aggiungono all’aumento del costo dei biglietti, quindi “più soldi e meno servizi”. Sarebbe bello che anche qui a Cosenza, come succede in atre città italiane, gli studenti fossero beneficiari di agevolazioni sulla mobilità. Pretendiamo quindi una riduzione del costo sull’abbonamento mensile del 50% e di ripristinare il costo del biglietto giornaliero a 2,00 euro. Pretendiamo inoltre maggiore qualità del servizio: un numero maggiore di corse giornaliere e l’attivazione di più corse notturne che coprano una fascia oraria maggiore (è ridicolo che l’ultima corsa notturna sia alle 23:30). Tutto ciò dovrebbe rientrare all’interno di un piano dei trasporti che le città di Rende e Cosenza non prevedono. Quanto detto costituisce semplicemente la base di partenza di un piano dei trasporti che funzioni correttamente non costringendo gli studenti a compiere interminabili tragitti a piedi o a munirsi di un’automobile (cosa che di certo non favorisce la sostenibilità ambientale, anche perché il tratto stradale Quattromiglia-Università è il più trafficato della città) per far fronte alle carenza di questo sistema di mobilità.