giovedì 13 dicembre 2012

Sit-in al rettorato!



Domani ore 14.30 Presidio sotto al Rettorato cubi 7/11!!!!


foto di Dario Stelitano




TRASPARENZA, ELEZIONI e FINANZIAMENTI ALLE ASSOCIAZIONI: PRENDIAMO UNA POSIZIONE!


All’attenzione del senato accademico.
Al  magnifico Rettore
Agli studenti dell'Unical 

Oggetto: questione trasparenza e regolarità della fase elettorale


Le elezioni universitarie, svoltesi all'Unical, hanno palesato ulteriormente le logiche clientelari che caratterizzano la vita politica del nostro ateneo.
La campagna elettorale ci ha messo di fronte alle solite scene di mercificazione del voto, attraverso false promesse che riguardavano eventuali rimborsi delle tasse universitarie, agevolazioni nell'assegnazione degli alloggi, rimborso spese erasmus e corsi di lingue per studenti stranieri. Il senso del voto è stato così svuotato di ogni contenuto politico ed etico facendo leva sulla scarsa attenzione e sull'ingenuità dell'elettorato studentesco. Il voto consapevole è stato un lusso per pochi, liste interminabili di possibili votanti, telefonate davanti ai seggi, cortesi accompagnatori che fornivano all'interno dei seggi i vari “santini”, silenzio elettorale inosservato e violato da volantinaggi e affissioni hanno caratterizzato gli ultimi giorni di campagna elettorale rendendo il ponte Bucci un grande mercato del pesce dove poter acquistare il diritto/dovere al voto. Abbiamo assistito alla violazione della nostra privacy e di tanti altri studenti attraverso “sms elettorali”, e abbiamo denunciato il tutto al rettore e al Garante della privacy. Il Rettore ha risposto alle nostre segnalazioni dicendo che avrebbe avviato un'indagine per verificare le nostre ipotesi relative alla possibile violazione del sistema informatico dell'Unical. Sono ormai trascorse alcune settimane e non abbiamo ancora ricevuto nessun riscontro riguardo a tutto ciò, a tal proposito, chiediamo delucidazioni in merito. La questione degli sms elettorali solleva un altro problema, il finanziamento della campagna elettorale, a prima vista le varie liste  hanno investito diverse migliaia di euro per  santini, gadgets e pacchetti di sms inviati da call center, ma con quali fondi? Negli ultimi tre anni (fonte verbali CDA del 04-06-2012, 24-06-2011 e 25-06-2010) le associazioni hanno percepito fondi per migliaia di euro destinati ad attività per gli studenti, le spese per la campagna elettorale sono state sostenute con questi fondi? O le associazioni ricevono fondi esterni? E se ricevono questi fondi che vengono generosamente offerti da privati per le elezioni, siamo sicuri che questi non abbiano interessi sugli appalti e le politiche dell’Università? Riteniamo opportuno che queste spese, sia relative all'attività delle varie associazioni sia quelle della campagna elettorale, siano rendicontate per  una questione di trasparenza nei confronti della popolazione studentesca. A tal proposito proponiamo che il sistema di finanziamento alle associazioni venga rivisto, che i progetti siano valutati in modo trasparente e attraverso criteri oggettivi di valutazione da una commissione super partes. In merito alla trasparenza crediamo che il lavoro del Senato e del CDA debba essere reso pubblico e accessibile a tutti in tempi utili attraverso la  pubblicazione dei documenti all'ordine del giorno prima di ogni seduta, chiediamo inoltre di affiancare ai verbali dei report pubblicati alla fine di ogni seduta e una diretta streaming delle suddette attività degli organi collegiali. La trasparenza nell’ateneo è fondamentale, soprattutto perché si tratta di un laboratorio in cui costruire e sperimentare processi virtuosi e alternativi di democrazia. Perché questo è alla base della formazione di una coscienza critica e un modo diverso di fare politica. Dopo le elezioni studentesche, una delle liste che ha concorso a questa tornata elettorale, ha presentato un ricorso chiedendo il riconteggio dei voti in un particolare seggio, il seggio numero 13. A nostro parere l’unico problema relativo alla questione che ha toccato uno dei componenti della commissione elettorale centrale e alcuni componenti di un’altra lista in lizza alle elezioni universitarie è sorto solo per la mancanza di trasparenza in merito ai verbali non resi pubblici a tempo debito. Il ricorso, accettato, ha portato, infatti, al riconteggio delle schede, ma non ha visto alcun verbale pubblicato, ciò non toglie che determinate azioni siano lesive non solo del modo di concepire le istituzioni, ma sono sintomo di una cultura arrogante e prepotente, figlia di retaggi culturali mafiosi. Non ultimo l’episodio che ha visto coinvolta la Prof.ssa Donatella Loprieno, membro della commissione elettorale centrale, rientra il un’escalation di avvenimenti che testimoniano questa tendenza.
Il laboratorio politico Ateneo Controverso ritiene opportuno ricevere chiarimenti sulle varie questioni sopra citate in particolar modo riguardo lo svolgimento della campagna elettorale, ai fondi alle associazioni, di prendere posizione in merito all’assoluta mancanza di  trasparenza che non riguarda solo il periodo elettorale ma la vita politica e amministrativa dell’Unical e di prendere provvedimenti tali da non consentire determinate irregolarità durante la fase elettorale.

ATENEO CONTROVERSO

mercoledì 12 dicembre 2012

Partecipazione e democrazia: NO NOMINA DEL CDA!!!


All’attenzione del senato accademico.
Al  magnifico Rettore

oggetto: avvio delle procedure per la nomina dei membri interni ed esterni C.D.A

Vista la convocazione per la prima seduta del Senato Accademico, in data 14/12/2012, il laboratorio politico Ateneo Controverso ritiene necessario esprimere un proprio parere, frutto di un percorso assembleare svoltosi all’interno delle vecchie facoltà, come contributo alla discussione, riguardo l’avvio delle procedure per la nomina dei membri che comporranno il Consiglio d’Amministrazione.
Nel corso dell’ultimo anno abbiamo assistito ad un processo di riforma dello statuto dell’università del tutto autoritario e asettico rispetto alle istanze provenienti dal basso di cui il laboratorio politico  Ateneo Controverso si è fatto carico.
Nel periodo intercorso tra il mese di Dicembre e la chiusura dei lavori della commissione statuto abbiamo chiesto in due occasioni di poter prendere parte alla discussione riguardo al riassetto dell’Ateneo e dei suoi organi  a seguito della riforma Gelmini ( legge  n°240/ 2010)  ma nonostante ciò non sono state prese in considerazione nè la domanda di audizione presso la commissione, né i contenuti frutto di un percorso assembleare.  La nostra denuncia si fonda  sul dissenso prodotto dalla cristallizzazione dei poteri e della modalità di gestione autoritaria dell’universitaria.
Fra le varie critiche poste rispetto alle modifiche dello statuto, rientra quella inerente le modalità di selezione e quindi la composizione del C.D.A.
In seguito alla riscrittura dello statuto emerge il fatto che i soggetti interni all’università così come i due membri esterni debbano essere nominati dal rettore su proposta del senato, a seguito della promulgazione di un bando attraverso cui far pervenire curricula  che attestino comprovate  competenze di gestione  amministrativa e manageriale dei singoli candidati .
Esprimiamo, così come abbiamo fatto nel corso dell’ultimo anno,  il nostro dissenso rispetto alla sopra citata modalità di selezione  in quanto espressione di una concezione aziendalistica  e autoritaria dell’università. Siamo convinti del fatto che la governabilità dell’Ateneo non debba essere frutto  di maggioranze precostituite dalla nomina  esclusiva del rettore ma di un processo dialettico che può essere garantito solo dal bilanciamento dei poteri,  principio su cui si costituisce qualunque regime democratico.  Seguendo questa modalità,  emergono una serie di contraddizioni politiche: se il rettore uscente nominasse in modo del tutto arbitrario i membri che comporranno la maggioranza in seno al consiglio di amministrazione, con l’elezione  del nuovo rettore  , questi avrà un CDA espressione del mandato precedente con tutte le problematiche che ne conseguono.
Al di là delle contraddizioni, siamo fermamente convinti che le componenti all’interno degli organi collegiali non possano essere figlie di una gestione autoritaria e di interesse dell’università ma debbano essere diretta  espressione di una consultazione elettorale. In virtù di ciò abbiamo da addurre  il contributo interpretativo della legge n° 240 datoci dalle sentenze di alcuni TAR tra cui quello ligure secondo cui  la nomina  può avvenire successivamente a consultazione elettorale e non per forza su base nominale del rettore o di altri organi  interni all’Ateneo.  Procedendo per questa strada ci si tutela da quello che potrebbe essere un vulnus democratico, ovvero il disquilibrio tra  i poteri. Se si attribuissero ulteriori poteri decisionali ad un soggetto( il rettore) che già gode di un peso politico ampio, si finirebbe per infrangere  l’equilibrio dinamico insito tra le varie competenze interne all’Università della Calabria  con  un conseguente slittamento che ufficializzerebbe  il passaggio da una politica democratica ad una politica di tipo autoritario. 
Inoltre se il C.D.A. dovesse comporsi secondo le modalità imposte dal rettore e accettate supinamente dalla commissione statuto e dal vecchio Senato Accademico si andrebbe a svilire il senso stesso degli organi collegiali in quanto di collegiale non avrebbero più nulla poiché espressione diretta della volontà di un singolo che potrebbe quindi tranquillamente imporre il proprio volere  senza dover  rispondere ad alcuno del suo operato e delle logiche che lo hanno prodotto. L’elegibilità perciò diviene  una necessità a tutela della democrazia nonché un pretesto per costruire una dinamica di partecipazione attiva della popolazione accademica rispetto alle scelte politiche dell’università.  Restituire dignità agli organi collegiali in quanto tali diviene una responsabilità storica a cui non possiamo sottrarci. Ripensare il ruolo dell’università significa anche trasformarla in un laboratorio in cui poter praticare nuove forme di democrazia e di fare politica attraverso processi virtuosi volti a garantire la partecipazione dal basso alle decisioni che l’università dovrà assumere da qui ai prossimi anni.


ATENEO CONTROVERSO

martedì 4 dicembre 2012