martedì 8 ottobre 2013

con i lavoratori in mobilità calabresi

Con la partecipazione al presidio di questa mattina indetto dai lavoratori in mobilità lo scorso mercoledì Il laboratorio politico Ateneo Controverso esprime la sua solidarietà attiva alle lavoratrici e ai lavoratori in mobilità della regione Calabria, che questa mattina, hanno rivendicato il proprio diritto al lavoro e al salario occupando lo svincolo autostradale di Cosenza Nord.
Riteniamo vergognoso che migliaia di lavoratori e lavoratrici non percepiscano il loro, già scarno, stipendio da oltre sette mesi trovandosi, con le rispettive famiglie, sul lastrico .  Salutiamo con la nostra solidarietà di classe l’ennesima prova di coscienza di questi padri e madri di famiglia che, con la loro lotta,  dimostrano di non piegare la testa di fronte a nessun padrone o governante, che continueranno a lottare finchè non avranno conquistato un lavoro con diritti, sicurezza e salario dignitosi. Inoltre, esattamente come i mobilitati in lotta, denunciamo il ruolo complice che i sindacati confederali hanno ricoperto in tutta questa vicenda. Nonostante il crumiraggio dei sindacati confederali, la dignità dei lavoratori e delle classi popolari in lotta ci insegna che si può vincere nonostante il loro tradimento. La nostra solidarietà é quella di classe, quella degli studenti, dei giovani figli del popolo a cui hanno  riservato un futuro di disoccupazione, precarietà e sfruttamento. Per questo chiediamo ai nostri compagni lavoratori di marciare uniti nella lotta contro lo sfruttamento e per la giustizia sociale a partire dallo sciopero generale del 18 ottobre. Sfileremo per le strade della capitale spalla a spalla con gli operai, i lavoratori del pubblico impiego, i precari, i  disoccupati, i migranti ecc tutti uniti nel rivendicare un lavoro per tutti. Ma il nostro obbiettivo non è il lavoro per come è inteso dai padroni , senza diritti e totalmente precario. Rivendichiamo un salario minimo garantito per ogni lavoratore, la riduzione dell’orario a parità di retribuzione e la conseguenziale creazione di posti di lavoro, un massiccio intervento volto a rendere sicure le condizioni di lavoro. L’occupazione, inoltre, va incentivata attraverso pratiche virtuose di gestione del ciclo dei rifiuti, il riassesto idrogeologico nazionale, investimenti sul welfare, l’abolizione delle leggi precarizzanti. Rivendichiamo la nazionalizzazione degli impianti strategici nazionali e di tutte quelle aziende che licenziano e delocalizzano, soprattutto se riceventi finanziamenti pubblici. Siamo del tutto sicuri che questo non sarà ne il primo ne l’ultimo atto di rivendicazione da parte dei lavoratori e delle lavoratrici, la protesta non si placa in modo frivolo, tappezzando di qua e di là dove si può e maturando le liquidazioni degli ultimi due mesi. Questo “contentino” non basta a nessuno e non rimette a posto le coscienze di tutti coloro che non potendo far fronte al futuro e al benessere dei propri figli, della propria famiglia e di loro stessi si ribellano, si ritornerà presto nelle piazze sperando in un maggiore coinvolgimento a livello regionale e anche nazionale.  Tutto questo è un programma minimo di rivendicazione che noi studenti e lavoratori dobbiamo conquistare, rompendo con l’oligarchia finanziaria europea, con chi ha provocato questa crisi e sta distruggendo le nostre vite.
Studenti e Lavoratori uniti nella lotta!

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