Il
6 settembre è stato indetto dalla Cgil, e da un consistente numero di
sindacati di base, lo Sciopero generale contro la doppia manovra estiva
imposta dal governo Berlusconi.
In che cosa consistono queste manovre è sotto gli occhi di tutti: con il solito ritornello della crisi provano a propinarci l’inaccettabile. Attacco alle pensioni, nuove grandi privatizzazioni per ogni servizio pubblico (nonostante il risultato avverso dell’ultimo referendum), cancellazione del contratto nazionale del lavoro e libertà di licenziamento, tagli ai servizi sociali ed agli enti locali, blocco dei contratti e congelamento della tredicesima dei pubblici dipendenti.
L’idea di mettere in discussione il modello economico che ha prodotto la crisi non ha sfiorato nemmeno per un attimo i ministri, né la parte di sindacati troppo preoccupati a non contraddire Confindustria che a difendere i lavoratori.
Noi siamo invece convinti del contrario. Siamo convinti che l’unico modo per uscire dalla crisi sia quello di togliere il primato decisionale al mercato, rimettendo al centro dell’agenda politica le reali esigenze dei cittadini e non quelle della borsa. Con la scusa della crisi oggi, con il drammatico ricatto del lavoro sempre, ci hanno costretti ad accettare di tutto, dalla graduale rinuncia ai diritti acquisiti negli anni grazie alle lotte del movimento operaio, alla svendita di risorse vitali come l’acqua e lo stesso territorio.
Per questo riteniamo necessario essere in piazza con tutte le organizzazioni sindacali che hanno deciso di proclamare lo Sciopero generale. Saremo in piazza per gridare il nostro MO BASTA! a questa manovra fatta di “lacrime e sangue” dei lavoratori, dei precari, degli studenti, degli ultimi. Saremo in piazza per rilanciare la manifestazione dell’8 ottobre a Crotone per chiedere la fine del Commissariamento per l’emergenza ambientale in Calabria, perché non è più sopportabile che mentre a noi vengono tolte persino le festività nazionali, si continui ad elargire fondi pubblici a destra e a manca, come evidenziato anche dalle recenti inchieste. MO BASTA!
In che cosa consistono queste manovre è sotto gli occhi di tutti: con il solito ritornello della crisi provano a propinarci l’inaccettabile. Attacco alle pensioni, nuove grandi privatizzazioni per ogni servizio pubblico (nonostante il risultato avverso dell’ultimo referendum), cancellazione del contratto nazionale del lavoro e libertà di licenziamento, tagli ai servizi sociali ed agli enti locali, blocco dei contratti e congelamento della tredicesima dei pubblici dipendenti.
L’idea di mettere in discussione il modello economico che ha prodotto la crisi non ha sfiorato nemmeno per un attimo i ministri, né la parte di sindacati troppo preoccupati a non contraddire Confindustria che a difendere i lavoratori.
Noi siamo invece convinti del contrario. Siamo convinti che l’unico modo per uscire dalla crisi sia quello di togliere il primato decisionale al mercato, rimettendo al centro dell’agenda politica le reali esigenze dei cittadini e non quelle della borsa. Con la scusa della crisi oggi, con il drammatico ricatto del lavoro sempre, ci hanno costretti ad accettare di tutto, dalla graduale rinuncia ai diritti acquisiti negli anni grazie alle lotte del movimento operaio, alla svendita di risorse vitali come l’acqua e lo stesso territorio.
Per questo riteniamo necessario essere in piazza con tutte le organizzazioni sindacali che hanno deciso di proclamare lo Sciopero generale. Saremo in piazza per gridare il nostro MO BASTA! a questa manovra fatta di “lacrime e sangue” dei lavoratori, dei precari, degli studenti, degli ultimi. Saremo in piazza per rilanciare la manifestazione dell’8 ottobre a Crotone per chiedere la fine del Commissariamento per l’emergenza ambientale in Calabria, perché non è più sopportabile che mentre a noi vengono tolte persino le festività nazionali, si continui ad elargire fondi pubblici a destra e a manca, come evidenziato anche dalle recenti inchieste. MO BASTA!
Ufficio stampa
Rete per la Difesa del Territorio “Franco Nisticò”
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