venerdì 26 novembre 2010

Aula Magna OCCUPATA!!!


Negli ultimi giorni gli studenti sono ritornati a riversarsi nelle piazze delle principali città d’Italia per manifestare la propria contrarietà a tutte le politiche che, dal processo di Bologna ad oggi, mirano a smantellare la natura pubblica dell’Università. 

Da Torino a Palermo, le mobilitazioni studentesche puntano al blocco del DdL Gelmini e, di fatto, oggi un risultato è stato ottenuto: il provvedimento, che doveva essere approvato entro il 25, è slittato al 30 novembre.

Anche l’Università della Calabria si è mobilitata per far sentire il proprio dissenso.

Nella giornata di ieri studenti e studentesse hanno sfilato lungo il ponte facendo un volantinaggio rumoroso al termine del quale è stato bloccato il traffico alle pensiline. Nel frattempo, un consiglio di Facoltà di Scienze Politiche si è tramutato in un’assemblea tenutasi in Aula Magna che ha visto la partecipazione di docenti e ricercatori e in cui sono confluiti anche gli studenti in mobilitazione. A conclusione della stessa, gli studenti hanno deciso di occupare l’aula per tenere alto il livello dell’attenzione, fino a quando il ddl sarà definitivamente cancellato dall’agenda politica del governo. I tagli apportati all’università attraverso la legge 133/08 hanno già messo a dura prova gli Atenei italiani portando, come conseguenza immediata, ad un aumento considerevole delle rette universitarie. 

Questa è la prima spia dell’esistenza di un progetto finalizzato ad escludere dall’accesso alla formazione accademica tutte quelle categorie sociali meno abbienti. Attraverso l’introduzione dei privati all’interno dei consigli di amministrazione degli atenei, il DdL Gelmini determina, di fatto, la privatizzazione dell’università le quali, essendo direttamente influenzate da interessi privati, diventeranno sempre più aziende produttrici di merce-sapere, in vendita a studenti-consumatori, che ne fruiranno attraverso lo sfruttamento di docenti e ricercatori precari. Noi studenti respingiamo con forza tutte quelle manovre tese a privatizzare i beni comuni: dal diritto allo studio alla sanità, dall’acqua che beviamo all’aria che respiriamo.

Per questo, già dal 2008, abbiamo espresso la necessità di unire le rivendicazioni studentesche alle istanze dei comitati in difesa del territorio e a quelle dei lavoratori precari, che vedono sempre meno garantiti i propri diritti.

Siamo qui oggi per allargare la partecipazione alla protesta, perché è necessario che ogni studente sia consapevole di quello che sta avvenendo e di ciò che lo attende fuori da queste mura. Dal basso, in ogni ateneo, in ogni città è possibile intervenire, grazie alla lotta, su decisioni che vengono prese a nostro discapito. Usiamo questi giorni per costruire una grande mobilitazione all’Unical, per far sentire ancora la nostra voce, per costruire da soli il nostro futuro.


Assemblea permanente aula magna

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